Forestali. Il caso Sortino e il caos del settore sotto la lente della Regione. "Non si criminalizzino i lavoratori"

La politica siciliana alle prese con il “caso” forestali. “Crocetta non criminalizzi i forestali come ha fatto in questi mesi con gli operatori della formazione professionale”, tuona la Fai Cisl con il suo segretario regionale, Umberto Ginestra. Il tema non è nuovo, torna anzi ciclicamente nell’agenda di governo regionale. Secondo gli ultimi dati, i lavoratori forestali sono 28 mila e costano 480 milioni all’anno. Uno dei casi “limite” è in provincia di Siracusa. Per l’esattezza nel comune di Sortino. Nel piccolo centro di quasi novemila abitanti i forestali sono ben 437. La media è semplice: un sortinese ogni 20 si occupa di tutela dei boschi. Per capire meglio la “portata” del dato, basti considerare che in Piemonte – il dato lo ha pubblicato Il Fatto Quotidiano – i forestali sono in totale 406. Meno che a Solarino.
All’Ars è in discussione la manovra di bilancio e delegazioni di operai forestali sono arrivati dalle nove province dell’Isola, Siracusa inclusa, per un sit-in di protesta davanti a Palazzo dei Normanni. Per la Fai Cisl, la federazione cislina dell’agroalimentare, “il settore ha bisogno di una riforma complessiva “. Ma il governo della Regione, denuncia il sindacato, “non accoglie proposte, non realizza riforme e si ricorda dell’emergenza forestazione solo in vista del varo di Bilancio e Legge di Stabilità”.
Il problema del settore – sulla cui necessità di una svolta radicale nessuno ha dubbi – è soprattutto collegato alle vecchie logiche assistenzialistiche “e di ricatto clientelare”, aggiunge sempre Ginestra. La colpa non è tutta dei forestali che, quando chiamati in causa, dimostrano la loro utilità come nel caso recente delle operazioni di pulizia del parco archeologico della Neapolis a Siracusa. Il fatto è che, oltre ad essere troppi, alle volte sono mal impiegati se non lasciati addirittura ai box. Insomma, sprechi organizzativi. Ma possono essere, anche nel siracusano, una preziosa risorsa per  la manutenzione del territorio, la prevenzione del rischio idrogeologico, la valorizzazione e tutela dei siti archeologici e delle spiagge.
La confusione nel settore sembra quasi creata ad arte. Pensate che sono ben 17 le leggi che lo disciplinano. Senza contare anche il rimpallo Esa-Consorzi di bonifica e forestazione, privi di cabina di regia. Come anche le competenze in materia di manutenzione e antincendio sono prive di un unico coordinamento, essendo funzioni finora distribuite tra gli assessorati regionali all’Agricoltura e al Territorio.

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