Fotovoltaico e terreni agricoli, Siracusa contraria: Granata, "parteciperò alla mobilitazione"

“Per il fotovoltaico in Sicilia ci sono soluzioni che lasciano intatti paesaggio, agricoltura e biodiversità. Domani a Canicattini faremo sentire la nostra voce, Musumeci ascolti”. Sono le parole dell’assessore alla Cultura di Siracusa, Fabio Granata, che parteciperà alla manifestazione contro il mega impianto fotovoltaico, rappresentando e confermando la posizione contraria della amministrazione comunale di Siracusa.
“Parteciperemo alla mobilitazione e lo faremo in difesa del paesaggio, dell’agricoltura, del patrimonio materiale e immateriale e della biodiversità, e per la difesa dei beni comuni. Lo faremo direttamente sui luoghi individuati dagli investitori per far percepire a tutti l’incredibile Bellezza che si pretende di contaminare. Autorizzare da parte della Regione Siciliana l’installazione, solo per gli interessi speculativi di un fondo di investimento inglese, di migliaia di pannelli solari per una estensione di oltre 100 ettari nel cuore del Parco degli Iblei e di importanti siti inseriti nella W.H.L Unesco, sconvolgendo la preziosa biodiversità e il paesaggio, rappresenta una vera follia. Se poi tutto avviene in sfregio alla volontà politica espressa della nostra Amministrazione e da quelle di Canicattini Bagni e Noto, e della popolazione, prediligendo così l’interesse economico di pochissimi sulla volontà degli abitanti, siamo di fronte ad un fatto inaccettabile”.
Granata torna poi sul tema della solarizzazione dei terreni agricoli e cita lo studio di Mario Pagliaro, ricercatore del Cnr che ha collaborato alal stesura di un ddl del M5s in Assemblea Regionale Siciliana: “Sono già disponibili, censite dalla Regione, 511 discariche esauste e 710 fra cave e miniere chiuse. Con i 4 siti industriali di interesse nazionale di Priolo, Milazzo, Gela e Biancavilla, in totale possono essere solarizzati 4mila e 200 ettari. Con i pannelli moderni sarebbe possibile quindi triplicare la potenza fotovoltaica attualmente installata in Sicilia senza sottrarre all’agricoltura un solo metro quadrato di terreno fertile e di paesaggio”.