Giornata Nazionale Donazione Organi: “Sempre più siracusani dicono si”

A Siracusa il 10, 2 per cento dei cittadini che hanno rinnovato la carta d’identità, hanno dichiarato di voler donare gli organi. E’ la terza città in Italia per percentuale di residenti che hanno espresso questo tipo di sensibilità, dopo Bologna e Terni. Ieri, Dodicesima Giornata Nazionale per la Donazione e il Trapianto di organi e tessuti indetta dal Ministero della Salute, la prima per il capoluogo. L’Asp ha aderito insieme a diverse associazioni. Con il Coordinamento Locale Trapianti, diretto da Graziella Basso, in Largo XXV Luglio,spazio alla campagna di informazione e sensibilizzazione in condivisione con il CRT Sicilia ed in collaborazione con le associazioni di volontariato AIDO, ANED, ADMO, AVIS, FRATRES e ADVPS. La risposta è stata buona anche ieri. Sono state raccolte numerose firme, quelle necessarie per dichiarare tale tipo di volontà. Distribuito materiale informativo.
“È stata una splendida giornata – dichiara il coordinatore locale Graziella Basso – che ha visto l’adesione di tutte le associazioni del settore, la prima a Siracusa, con l’obiettivo comune di sensibilizzare i cittadini ed accrescere la cultura della donazione di organi, tessuti e cellule. È stato inoltre un piacevole confronto con i turisti passanti, già consapevoli di questo mondo della donazione nei loro paesi di appartenenza. Sono soddisfatta nel sentire il Ministro della Salute Grillo ringraziare Siracusa, per essere stata la terza città in Italia ad aver registrato il maggior numero di dichiarazioni di volontà al momento del rilascio/rinnovo della carta d’identità, in proporzione al numero di abitanti.
Quest’ anno si sono raggiunte in Italia oltre 5 milioni dichiarazioni di volontà, una cifra che dimostra come il sistema italiano funzioni e come l’Italia sia un paese generoso.
L’anno 2018 si è concluso con 1680 donatori utilizzati, 3718 trapianti e le liste d’attesa includono circa 8700 persone tra cui bambini e adolescenti. Questi numeri raccontano il lavoro complesso di una rete trapiantologica costituita da più di 15 mila professionisti, chirurghi, rianimatori, infermieri e personale tecnico. Testimoniano come migliaia di persone dopo il trapianto continuano a vivere, ad avere figli, a fare sport.
Non basta però avere i migliori medici, occorre la generosità dei cittadini, perché senza un donatore non può esserci un trapianto, non c’è vita”.