Gioventù violenta, l’appello del Pci: “Ragazzi senza riferimenti, servono politiche sociali serie”

Non solo profonda indignazione, dopo il “gravissimo accoltellamento di Milano, dove un giovane studente è stato aggredito da coetanei con una violenza ingiustificabile” ma anche una accorata sollecitazione. Il Pci regionale e locale, rappresentato rispettivamente da Marco Filiti e Marco Gambuzza intervengono su quello che definiscono, “non un episodio isolato ma l’ennesimo segnale dei disagio che attraversa una società disgregata dall’individualismo competitivo del capitalismo, che spezza i legami sociali e lascia i giovani senza riferimenti, alimentando comportamenti distruttivi”. Filiti e Gambuzza ritengono che episodi come quello di Milano siano “il prodotto di un vuoto educativo e comunitario che richiede un impegno pubblico forte. Servono servizi sociali, cultura, spazi di aggregazione, partecipazione democratica e politiche capaci di restituire dignità e prospettive. A questo si devono affiancare controlli seri sul possesso e sulla circolazione di armi “bianche”, con controlli mirati per limitarne l’uso e la diffusione, senza alimentare la retorica securitaria”.Indice puntato contro il Governo, che “in campagna elettorale prometteva sicurezza per tutti e oggi mostra il fallimento di quelle promesse”. Infine una considerazione. “Una società -concludono i due esponentei del Partito Comunista Italiano- è davvero sicura solo quando è giusta, solidale e mette al centro l’essere umano, non il profitto”.