“Gli interessi della mafia in Ortigia”, quando Cracolici sollevò il caso
Fonti vicine alle forze dell’ordine non nascondono la soddisfazione per l’operazione coordinata dalla Dda di Catania e che ha portato ieri all’arresto di 4 persone mentre altre 26 risultano indagate. “Abbiamo liberato Ortigia”, dicono nei corridoi delle caserme. Le indagini, partite nel 2021, hanno sgominato un sodalizio mafioso egemone nel centro storico di Siracusa che con minacce, violenza ed estorsioni faceva sentire il suo “peso” sull’economia legale. Nel mirino, redditizie attività del settore turistico.
E tornano allora attuali le parole del presidente dell’Antimafia regionale, Antonello Cracolici. Era il 7 aprile scorso e dopo un incontro in Prefettura con i vertici delle forze dell’ordine disse: “Il settore a Siracusa sta avendo uno sviluppo importante, quindi è probabile che soprattutto nella creazione e nella garanzia di alcuni servizi, questi servizi siano garantiti da aziende, da attività, da imprenditori che possono avere anche una grande disponibilità di denaro connessa alle attività illecite che qui sono gestite”. Insomma, Cracolici mise in guardia sugli appetiti della mafia in Ortigia. “Non ci sono denunce, anche le associazioni antiracket che qui sono cinque evidenziano una difficoltà di aggregazione. E questo non vuol dire che la mafia non c’è più ma che si è in qualche modo inserita nel tessuto economico e sociale, con maggiore capacità di impaurire per evitare reazioni anche da parte dell’opinione pubblica. E quindi succede che si alza la soglia di convivenza con il fenomeno criminale perché non viene vissuto più come una minaccia. Come il sole, l’aria e il mare che abbiamo ci sono purtroppo anche le organizzazioni criminali”. Parole che causarono una serie di reazioni e distinguo ma che oggi, dopo le indagini di Carabinieri e Guardia di Finanza di Siracusa, suonano decisamente più intonate del resto.