Il 2025 della Cgil: “lavoro povero, industria a rischio ed emergenza sociale da risolvere”
Fine anno, tempo di bilanci e di analisi anche per la Cgil di Siracusa. A tracciarlo è il segretario provinciale Franco Nardi che restituisce l’immagine di un territorio attraversato da fragilità profonde ma anche potenzialità che, però, rischiano di andare perdute senza una chiara visione politica e industriale.
“Il 2025 si chiude lasciandoci davanti un quadro complesso – afferma Nardi – fatto di criticità strutturali ma anche di risorse che, se governate, potrebbero ancora garantire futuro e dignità al lavoro nella nostra provincia”. A parlare, sottolinea il segretario della Cgil, sono i numeri ed in particolare quelli contenuti nel rendiconto economico-sociale dell’Inps. “Dietro quelle cifre noi leggiamo le storie di lavoratori precari, famiglie che faticano ad arrivare a fine mese, giovani costretti a partire e pensionati che sopravvivono con assegni troppo bassi”.
Uno dei segnali più allarmanti riguarda la demografia. Siracusa continua a perdere residenti e non solo per il calo delle nascite. “Il dato più grave – evidenzia Nardi – è la fuoriuscita costante di giovani lavoratrici e lavoratori in cerca di opportunità che qui non trovano. È un’emorragia silenziosa che svuota le comunità e impoverisce il tessuto sociale ed economico”. Alla base, secondo la Cgil, c’è “l’assenza di un progetto di sviluppo sostenibile e inclusivo, fondato su lavoro stabile e tutelato”.
Sul fronte occupazionale, il quadro resta contraddittorio. Il saldo tra assunzioni e cessazioni è positivo, ma cresce il lavoro precario: tempo determinato, part-time involontario e discontinuità. “Il tasso di occupazione aumenta ma resta sotto il 50 per cento – ricorda Nardi – significa che meno della metà della popolazione in età lavorativa ha un impiego”. Aumentano anche le richieste di Naspi e di sostegni al reddito, mentre le retribuzioni medie restano inferiori alla media nazionale, con un divario ancora più marcato per le donne. “È il segno di una struttura produttiva fragile che genera lavoro povero, poco sicuro e di bassa qualità”.
Il cuore produttivo della provincia resta il polo industriale siracusano, da cui dipende gran parte dell’economia locale. “Il 96 per cento delle rinfuse liquide movimentate nel porto di Augusta è legato alle attività del polo”, ricorda il segretario Cgil, che parla di circa 8 mila addetti diretti e dell’indotto, oltre a migliaia di lavoratori nei trasporti e nelle manutenzioni. Ma il futuro è incerto. “Il polo vive un passaggio decisivo: trasformazione o dismissione”. La scelta di Eni Versalis di uscire dalla chimica di base a Priolo ha cambiato lo scenario. “Gli investimenti annunciati sono un segnale, ma rischiano di restare isolati se non inseriti in una vera strategia industriale”.
A mancare, secondo la Cgil, è proprio una politica industriale nazionale e regionale. “Non possiamo lasciare il destino del polo nelle mani di multinazionali e fondi finanziari”, avverte Nardi citando i casi Sasol, Sonatrach e Isab. “Anche quando gli investimenti puntano all’efficientamento e alla riduzione delle emissioni, il rischio di una riduzione occupazionale resta concreto”.
In questo contesto si inserisce anche la vertenza sull’impianto di depurazione Ias. “L’obbligo per le grandi aziende di staccarsi dall’impianto entro il 2026 rischia di produrre effetti devastanti con perdita di posti di lavoro, frammentazione del sistema e pericolo di nuovi scarichi nel porto di Augusta”, denuncia. Si chiede, allora, di «salvaguardare l’Ias ed inserire il depuratore consortile in un progetto organico di depurazione dell’intera provincia.
Preoccupanti poi i segnali che arrivano dall’edilizia. Dopo la spinta del Superbonus e del Pnrr, il settore rischia un brusco arresto. “Il 31 agosto 2026 finiranno le risorse del Piano di Ripresa e Resilienza e non ci sono misure di accompagnamento – osserva Nardi – mentre il caro-materiali e il taglio degli incentivi colpiscono soprattutto le piccole e medie imprese”.
Dal mondo della scuola e della pubblica amministrazione arriva un’altra denuncia forte. La Flc Cgil non ha firmato il contratto collettivo Istruzione e Ricerca. “Retribuzioni insufficienti e mancato recupero dell’inflazione hanno eroso circa due terzi del potere d’acquisto”, spiega il sindacato. Stessa posizione per la Fp Cgil sul contratto delle Funzioni Locali. “Il 2025 è stato un anno di mobilitazioni – sottolinea Nardi – segno di un disagio sociale crescente”.
La sanità pubblica resta uno dei nodi più critici, con liste d’attesa interminabili, strutture inadeguate, ritardi sul nuovo ospedale e una Missione Salute del Pnrr in forte affanno. “Molti cantieri non sono partiti o procedono a rilento – avverte il segretario Cgil – e manca il personale necessario a rendere operative le nuove strutture”.
Sul piano previdenziale, i dati Inps parlano di pensioni spesso sotto la soglia di povertà. “Dietro quei numeri ci sono uomini e donne che hanno lavorato una vita nei cantieri, nelle fabbriche, nei campi”, ricorda Nardi. In un contesto in cui il tasso di povertà è aumentato del 10 per cento e gli ammortizzatori sociali si sono ridotti, “siamo di fronte a una vera emergenza sociale e occupazionale”.
Un disagio che, secondo la Cgil, rischia di riflettersi anche sul piano della sicurezza, come dimostrano i recenti episodi intimidatori ai danni di attività commerciali. “Il lavoro povero e l’esclusione sociale alimentano insicurezza”, avverte Nardi.
Guardando al futuro, l’impegno del sindacato resta chiaro. “Difendere il lavoro, governare le transizioni, garantire diritti e futuro alla provincia di Siracusa. I numeri non sono mai neutri: sono la misura della giustizia sociale”. Il 2026 si aprirà anche con la campagna referendaria sulla giustizia costituzionale. “Saremo presenti, come sempre – conclude Nardi – dalla parte delle lavoratrici e dei lavoratori. Anche il prossimo anno dovrà essere l’anno delle scelte”.