Il futuro di Isab-Lukoil, vertice a Roma e il ministro Giorgetti snobba ancora la vicenda

Della delicata situazione di Isab Lukoil si è tornato a parlare quest’oggi a Roma. Il Ministero dello Sviluppo Economico ha convocato un nuovo incontro, a cui hanno preso parte anche i vertici della società che nella zona industriale di Siracusa ha i suoi stabilimenti di raffinazione e produzione. Secondo diverse fonti romane, si è trattato di un incontro ancora una volta interlocutorio e senza concreti segnali di passi in avanti. Spicca sempre l’assenza del ministro Giorgetti. L’esponente della Lega pare stia “snobbando” il caso Isab che, però, è un problema nazionale: la raffinazione è un asset energetico del Paese e pensare di fare a meno del principale polo produttivo, sebbene con sede in Sicilia, sarebbe un colpo anche per l’economia del nord. “Si ricordi che è ministro dell’Italia intera”, ha tuonato nei giorni scorsi il sindaco di Priolo, Pippo Gianni.
Al momento, la situazione che maggiormente preoccupa è quella legata alle ricadute dell’embargo al petrolio russo via mare, a partire dal prossimo anno, come deciso dall’Ue. Senza quel canale di approvvigionamento, per le raffinerie siracusane non c’è ad oggi una alternativa, a causa della stretta creditizia delle banche che ha reso pressochè impossibile acquistare petrolio di altra provenienza. Al governo, da più parti, si è chiesto un intervento di garanzia verbale presso gli istituti di crediti, considerando come Isab Lukoil non sia oggetto di sanzioni e pertanto non è a rischio la capacità di continuare a rispettare gli impegni assunti con il mondo della finanza. Si è poi paventato un intervento equivalente ad una nazionalizzazione, con la golden power o il ricorso a Invitalia. Ma anche su questi punti, al momento nulla di nuovo o concreto.