Il futuro incerto di Ias, le scadenze si avvicinano. Bottaro (Uiltec): “Risposte ora”

Il depuratore consortile Ias, “invenzione” della politica degli anni 80 del scolo scorso, resta l’osservato speciale. Lo è da parte di chi studia il futuro prossimo della zona industriale, con le grandi aziende che a breve si staccheranno dall’impianto; e lo è per chi immagina una sua nuova vita da depuratore civile, onde evitare licenziamenti e caduta nell’oblio.
“Da oltre un decennio, come UILTEC, abbiamo acceso i riflettori sulla situazione del depuratore Ias di Priolo”, spiega Andrea Bottaro, segretario regionale. “Già nel 2015 chiedevamo a gran voce l’istituzione di una governance chiara e definita, in grado di porre fine a quel conflitto tra pubblico e privato che generava confusione e, soprattutto, impediva investimenti strutturali indispensabili al mantenimento dell’impianto. All’epoca, la Regione Siciliana, principale proprietaria dell’infrastruttura, mostrava un disinteresse evidente, confermato dai vari governi regionali che si sono succeduti nel tempo. Questo disimpegno – accusa Bottaro – ha aperto la strada all’intervento della magistratura e a una vicenda giudiziaria i cui esiti sono oggi noti a tutti”.
Settembre 2026 e le scadenze imposte è drammaticamente vicino. “E regna l’incertezza. Ma soprattutto continua il disinteresse della politica, impegnata più in logiche spartitorie che nell’affrontare concretamente i problemi dei cittadini e dei lavoratori”.
Per la UILTEC, il depuratore IAS deve continuare a fornire servizi all’area industriale di Siracusa. “E’ la funzione per cui è nato e che ha contribuito negli anni a migliorare le condizioni ambientali del polo”. Ma come garantire la continuità dei servizi industriali? “Si deve trovare la strada, peraltro l’unica – sostiene il segretario della Uiltec Sicilia – per salvaguardare l’occupazione e il salario degli attuali lavoratori IAS. Qualsiasi altra soluzione comporterebbe un inevitabile sacrificio dei livelli occupazionali e delle tutele economiche”. E rilancia l’apertura immediata di tavoli istituzionali di confronto. “Se questo appello dovesse restare inascoltato, siamo pronti alla mobilitazione per ottenere risposte. Non c’è più tempo da perdere. Rivolgiamo un appello forte e chiaro a tutti gli attori sociali e istituzionali del territorio: è il momento di agire, con responsabilità e urgenza”.