Il procuratore generale Scalia richiama la politica siracusana: "basta attacchi alla magistratura, abbassare i toni"

Il lavoro della Procura di Siracusa “è encomiabile”. Arriva dalla vicina Catania un deciso intervento in difesa della magistratura aretusea. In un clima non certo disteso, tra sospetti e veleni, reso ancor più incandescente per alcuni risvolti legati all’operazione Piramidi, il procuratore generale di Catania, Salvatore Scalia, interviene dopo le richieste di alcuni esponenti del mondo della politica. Non ultima la parlamentare Sofia Amoddio che ha chiesto l’invio di ispettori ministeriali al palazzo di viale Santa Panagia. Ma a più riprese i magistrati sono stati “chiamati” in causa, in un contrasto politico acceso condito da denunce, accuse e conferenze stampa al fulmicotone.
“Ho sempre ritenuto che il riserbo in ordine alla vicende giudiziarie sia dovere del magistrato. La lettura di dichiarazioni rese da esponenti politici e istituzionali di Siracusa, però, con le quali si rivolgono alla magistratura aretusea gravi attacchi che ne minano la credibilità assumendo l’esistenza di anomalie all’interno del Palazzo di Giustizia e, in un crescendo di reciproche accuse, di amicizie tra magistrati e politici che influirebbero sulle indagini e sui processi favorendo ora l’uno ora l’altro dei contendenti, mi inducono ad intervenire soprattutto per rassicurare l’opinione pubblica che non può che rimanere turbata da tali dichiarazioni che, per la loro rilevanza, costituiscono un unicum nel panorama nazionale”, scrive Scalia.
“Encomiabilmente la dirigenza della Procura di Siracusa, gli organi associativi della magistratura, i magistrati coinvolti non hanno ribattuto alle tante dichiarazioni pubbliche rilasciate dai contendenti che cosi pesantemente chiamano in causa la magistratura per inchieste e indagini che vedono coinvolti esponenti della politica e non solo. Ritengo doveroso a questo punto un intervento da parte mia, quale Procuratore Generale, intervento che ha da considerarsi rivolto ai cittadini di Siracusa e non certo ai contendenti i quali avranno modo di difendersi nelle sedi opportune nel processo e non dal processo e che hanno avuto modo di esternare le loro perplessità a chi scrive, che li ha più volte tutti ricevuti adottando le misure previste dall’ordinamento per evitare, unitamente al Procuratore della Repubblica, anche il semplice sospetto di deviazioni dal regolare iter delle indagini”, prosegue Scalia.
“Affermare, come si è fatto, che le indagini nei confronti di determinati soggetti venissero intenzionalmente affidate sempre allo stesso, o agli stessi magistrati, amici ora dell’uno e ora dell’altro, è assolutamente non veridico e contrasta documentalmente con quanto risulta dai registri di segreteria della Procura della Repubblica dai quali si trae che le indagini in questione sono state condotte da più magistrati designati in base a criteri automatici e predeterminati ed il Procuratore della Repubblica ed il Procuratore Aggiunto si sono fatti carico della diretta trattazione di alcune di esse; l’esito delle indagini e stato il più vario in quanto ciascuno dei contendenti ha visto in alcun casi l’archiviazione della propria posizione ed in altri il rinvio a giudizio. E’ poi assolutamente inaccettabile che accuse ed insinuazioni, provenienti peraltro da soggetti titolari di funzioni istituzionali o politiche, siano generiche, e coinvolgano tutta la magistratura aretusea, creando sconcerto nell’opinione pubblica ed una caduta della credibilità della istituzione -giustizia che essi, proprio per la loro posizione, dovrebbero invece tutelare”, il monito del procuratore generale. “Come detto le difese, quali indagati o persone offese, vanno proposte in sede processuale e davanti al Giudice: il nostro sistema processuale, peraltro, rende impossibile ad un singolo magistrato, sia esso P.M. o Giudice, di decidere alcunché in ordine ad una indagine o ad un processo e comunque, laddove vi siano elementi che possano fare ritenere men che corretto il comportamento di un magistrato, esistono vie istituzionali, peraltro già percorse, che consentono di fare valere le proprie ragioni e credo che la magistratura abbia dimostrato di essere attenta e capace di individuare eventuali responsabilità anche al proprio interno ponendovi rimedio. Occorre pertanto abbassare i toni di un conflitto che vede la magistratura coinvolta in un agone politico che non le è proprio, che non cerca e che non vuole”, scrive ancora Scalia. “Per quanto mi compete posso assicurare che le indagini verranno condotte e concluse con la maggiore celerità possibile e richiederò al Presidente del Tribunale che i processi che dovessero scaturire dalle indagini in corso vengano trattati con quella sollecitudine che le vicende impongono, non senza sottolineare che l’assoluto sottodimensionamento degli organici della magistratura di Siracusa, peraltro solo parzialmente coperti, rende arduo un tale procedere: su tale ultimo punto invito i rappresentanti politici della provincia ad intervenire nelle sedi competenti ché, come dimostrano i fatti, la rapidità e l’efficienza della giustizia sono valori primari che non possono essere affermati senza mezzi, uomini, strutture”.