Il rogo di Augusta, Gilistro (M5S): “Depositata interrogazione urgente”

“La sicurezza ambientale non sia tema a posteriori”. A dirlo è il deputato regionale del Movimento 5 Stelle, Carlo Gilistro, che annuncia il deposito di un’interrogazione parlamentare all’Assessore regionale all’Energia e ai Servizi di Pubblica Utilità sul secondo incendio divampato sabato scorso all’interno dell’impianto Ecomac di contrada San Cusumano, ad Augusta, e per il quale i Vigili del Fuoco non hanno ancora concluso del tutto le operazioni di spegnimento. Nel frattempo, si attendono i dati Arpa sui valori di diossine e furani sprigionati dalla combustione di tonnellate di materiale plastico.
“Dopo l’incendio in Ecomac del 2022 ci saremmo aspettati verifiche rigorose, controlli continui e adeguate misure di prevenzione. Invece, tre anni dopo, ci ritroviamo a commentare un nuovo rogo, sempre nello stesso impianto, con le stesse criticità ambientali e rischi sanitari per l’intera provincia di Siracusa. È evidente che qualcosa non ha funzionato o non è stato fatto. La Regione ha il dovere di spiegare come sia stato possibile”, commenta l’esponente pentastellato.
“Voglio sapere – incalza Gilistro – quali controlli furono effettuati dopo il primo incendio del 2022, quali prescrizioni furono imposte, se e quando sono stati eseguiti i successivi accertamenti e se l’impianto risultava regolarmente autorizzato e conforme sotto il profilo della sicurezza antincendio. È assurdo che un impianto a rischio possa registrare due incendi gravi in tre anni, senza che si sia intervenuti per tempo”.
L’interrogazione chiede conto anche dell’adeguatezza dei protocolli regionali di verifica sugli impianti che trattano rifiuti plastici o facilmente infiammabili, nonché delle azioni ispettive avviate – o meno – dopo l’evento del 2022.
“È il momento di fare chiarezza – prosegue Gilistro – su quali responsabilità ricadano sulla società gestrice, ma anche su quali mancanze siano imputabili agli organi preposti ai controlli. È legittimo chiedersi se oggi sussistano ancora le condizioni per continuare a svolgere quell’attività nello stesso sito, viste le gravi conseguenze che si sono già verificate per due volte”.
“Non possiamo più permettere – conclude – che il tema della sicurezza ambientale venga affrontato solo a posteriori, con la logica dell’emergenza. Serve un cambio di passo, con controlli stringenti, trasparenti e indipendenti, e la revisione del sistema autorizzativo per gli impianti a rischio ambientale. I cittadini del territorio meritano garanzie, non altre emergenze”.