Impianto di stoccaggio rifiuti nel porto di Augusta, crescono le proteste
Sta suscitando polemiche la vicenda dell’autorizzazione concessa alla società Hub Cem srl per la realizzazione di un impianto di stoccaggio rifiuti nel porto di Augusta. Secondo quanto riportato dal quotidiano La Sicilia, l’impianto sarebbe in grado di trattare fino a 500mila tonnellate di rifiuti l’anno, tuttavia la procedura che ha portato al rilascio del via libera solleverebbe alcuni interrogativi.
L’aspetto più controverso riguarderebbe la mancanza di pareri tecnici fondamentali. Stando alle ricostruzioni del quotidiano, l’autorizzazione sarebbe stata rilasciata nonostante l’assenza di riscontri da parte di enti chiave come ARPA Sicilia, ASP di Siracusa, Comune di Augusta, Dipartimento Ambiente e Soprintendenza ai Beni Culturali. Tali enti, pur formalmente coinvolti, non avrebbero espresso alcun parere, consentendo che si formasse un assenso “per silenzio” pur in un ambito così delicato come quello della salute pubblica e della tutela ambientale.
Tra le voci più decise, quella del coordinamento “Salvare Augusta”, di cui fa parte anche Natura Sicula, che ha richiesto formalmente la revoca in autotutela del decreto. Il coordinamento contesta alcuni passaggi procedurali e denuncia gravi rischi per la popolazione e l’ambiente. Il coordinamento evidenzia che l’impianto avrà una capacità doppia rispetto alla Ecomac, il cui devastante incendio del 5 luglio 2025 – durato oltre dieci giorni – ha sollevato forti preoccupazioni per l’inquinamento e la salute pubblica. L’impianto sarebbe inoltre localizzato a 600 metri dal centro abitato, ben al di sotto della distanza minima di 3 km prevista dal Piano regionale per i rifiuti speciali, rileva Salvare Augusta.
Il PD, con il segretario Piergiorgio Gerratana, anticipa la volontà di attivarsi “a tutti i livelli, per chiarire le procedure autorizzative che hanno portato il sindaco Di Mare e la Regione Siciliana a consentire il progetto di Hub Cem Augusta e fermare la nuova discarica augustana che allontana ancora di più l’area industriale siracusana dalla necessaria conversione ecologica”.
Anche il Codacons, attraverso il vice presidente regionale Bruno Messina, ha espresso una ferma condanna dell’accaduto, definendo “inaccettabile” il ricorso al silenzio-assenso. L’associazione ha quindi annunciato una serie di azioni tra cui l’invio di una diffida formale ad ARPA e ASP affinché forniscano immediata valutazione sull’impatto ambientale e sanitario dell’impianto; la presentazione di un esposto all’ANAC (Autorità Nazionale Anticorruzione) per verificare eventuali anomalie procedurali e violazioni dei principi di legalità e trasparenza ed una richiesta di accesso agli atti per ricostruire l’intero iter autorizzativo nei dettagli oltre ad una richiesta di audizione presso la Commissione Ambiente dell’ARS, per rappresentare le preoccupazioni dei cittadini e chiedere il blocco immediato del progetto fino al completamento di tutte le verifiche necessarie.
Il caso ha già generato forti reazioni nella comunità locale, preoccupata per le possibili conseguenze ambientali.
Foto generica, porto Augusta