Intimidazione a Claudio Fava, la solidarietà della politica siracusana

Anche da Siracusa è unanime la condanna dell’atto intimidatorio subito questa mattina dal presidente della commissione antimafia regionale, Claudio Fava. Gli è stata recapitata una busta contenente un proiettile calibro 7,65. “Un gesto deplorevole e inaccettabile verso chi lavora per contrastare corruzione e mafia”, dice la vicepresidente della stessa commissione, la deputata regionale siracusana, Rossana Cannata. “Condanno fortemente
l’accaduto, esprimo la mia vicinanza all’onorevole Fava e confido nell’operato delle Forze dell’Ordine”.
Anche il sindaco di Siracusa, Francesco Italia, condanna l’accaduto. “La storia personale e pubblica di Claudio Fava non lascia spazio a dubbi sul fatto che il suo impegno contro la criminalità e il malaffare andrà avanti con sempre maggiore determinazione. Resta la gravità di un gesto che deve spingere tutti, dentro e fuori le istituzioni, a non abbassare la guardia e a non perdere di vista le priorità della nostra terra sul fronte della sicurezza e dell’ordine pubblico”.
Anche il primo cittadino di Pachino, Roberto Bruno, ha voluto inviare un messaggio di vicinanza a Claudio Fava. “Massima solidarietà all’uomo, al deputato e al simbolo di una lotta aspra e radicale alla mafia. Un vile gesto da condannare, tutti i siciliani devono fare quadrato attorno alla figura di Claudio e a ciò che ha rappresentato, e continuare a rappresentare il suo impegno politico e culturale, sia dentro che fuori le istituzioni, per la nostra terra che ha bisogno di ribadire i principi dell’antimafia”.
Il parlamentare regionale Giovanni Cafeo parla di fatto “gravissimo e inaccettabile perché per chi si occupa di politica ed è anche chiamato a far parte di un’assemblea legislativa è normale, anzi quasi fisiologico, che sia sottoposto a critiche e a giudizi anche duri da parte dei cittadini, per le scelte operate nell’esercizio delle proprie funzioni; in nessun caso però possono essere ammessi atti vigliacchi di intimidazione, sinonimo di un atteggiamento violento che non rispecchia in alcun modo l’indole dei siciliani”.