La scossa dell’arcivescovo: “Non è devoto chi agisce contro il prossimo, dite no alla voragine del male”

Il buio della criminalità e della violenza su Siracusa. L’arcivescovo Lomanto ha scelto l’Ottava di Santa Lucia per lanciare un richiamo forte ed attuale alla coscienza civile e spirituale di Siracusa. Un discorso, quello pronunciato al Santuario della Madonna delle Lacrime, segnato da un chiaro riferimento ai recenti episodi di criminalità che hanno colpito il territorio.
Non è un passaggio astratto quello in cui l’alto prelato richiama i fatti di attualità. Lomanto cita esplicitamente le notizie che hanno scosso Siracusa nelle ultime settimane. “Ci hanno molto rattristato le notizie degli attentati che sono stati compiuti a danno di alcuni esercizi commerciali”, ricorda con riferimento alle due bombe carta esplose a 24 ore di distanza, una dall’altra. Un riferimento diretto agli atti intimidatori che hanno riacceso l’allarme sicurezza e il timore di un ritorno a dinamiche di violenza. “Siracusa deve risplendere sempre della luce di Gesù che brilla in Santa Lucia e non può cadere nel buio della violenza”, l’ammonimento. Il messaggio diventa così una vera e propria denuncia morale. Lomanto lega la devozione a Santa Lucia a una coerenza di vita che esclude ogni forma di sopraffazione. “Chi è dalla parte della luce sceglie sempre la verità e non cede mai al compromesso della menzogna. Chi è dalla parte della luce agisce nella carità a vantaggio degli altri senza danneggiare il prossimo”. E aggiunge, con parole che suonano come un monito severo, “non può dire di essere devoto di Santa Lucia chi agisce contro il prossimo”.
Il richiamo non riguarda soltanto la criminalità organizzata o gli atti intimidatori, ma ogni forma di violenza che mortifica la persona. In uno dei passaggi più forti del messaggio, l’arcivescovo afferma infatti che “mai e poi mai devono accadere casi di maltrattamento o di prepotenza che mortificano la dignità umana”. Un’espressione che allarga lo sguardo alle violenze quotidiane, spesso silenziose, che attraversano la società siracusana.
Per questo le Lacrime della Madonna diventano allora il segno di una sofferenza che interpella tutti. “La Madonna continua a piangere quando vede i suoi figli allontanarsi dalla luce di Gesù e cadere nel peccato”, dice Lomanto che invoca “fratellanza e rispetto” come antidoto alla cultura dell’odio e della violenza.
Non poteva allora mancare un richiamo alla coscienza ed alla responsabilità collettiva. Un’esortazione che diventa programma civile prima ancora che religioso, perché – ammonisce l’arcivescovo – Siracusa non precipiti “nella immorale voragine del male della violenza”.