La strigliata di Turati, “Per salvarsi serve il coltello tra i denti, basta ingenuità”
Non è ancora una vera crisi, ma il Benevento ha bruscamente riportato alla realtà il Siracusa. C’è tanto, tanto, tanto da lavorare per affinare quelle qualità necessarie per provare a salvarsi. Anzitutto la condizione fisica, ancora in ritardo e pure comprensibilmente, considerando come e quando è stato costruito l’organico. Poi la cattiveria necessaria per affrontare contrasti e recuperi su palle in uscita e vaganti, o magari per far fallo quando serve. Sicurezza e lucidità dipenderanno invece da risultati e classifica. Il tempo, però, non è una variabile indipendente. Il Siracusa deve migliorare ed in fretta. Perché le altre non aspettano ed il ritardo può poi farsi notevole.
La gara con il Benevento ha segnapato preoccupanti involuzioni. E non è un caso che Turati abbia strigliato i suoi al fischio finale. “Io voglio molto di più. Sono il primo responsabile, ma pretendo molto di più da tutti”, ha detto negli spogliatoi. Cosa lo ha deluso di più? “Il calo di attenzione. Perché abbiamo subito un gol sul rinvio dal portiere, con tutta la squadra schierata, tutta, dopo 20 secondi. Abbiamo subito un altro gol dopo 15 minuti, quando eravamo tutti al limite dell’area avversaria e non siamo riusciti a fermarli. E soprattutto sono molto rammaricato per gli ultimi minuti. Non esiste che non proviamo a fare un assedio finale e rimettere in carreggiata una partita anche se complicata”.
Capitolo infortuni. L’infermeria inizia ad avere troppi ingressi. “Abbiamo messo in campo un ragazzo, Cancellieri, che ha fatto un allenamento solo con noi. Abbiamo dovuto rischiare gente, qualcuno si è anche fatto male. Noi dobbiamo sicuramente partire. Dobbiamo fare un grande lavoro, senza alibi. Chi è con me, chi è con lo staff, chi è con la società e ci crede e spinge forte, sarà sempre protetto da noi. Ma l’atteggiamento, dal punto di vista dell’attenzione, deve cambiare”. Cosa intenda Turati, è subito chiaro. “Avere sempre la palla tra i piedi e concedere situazioni così è veramente un qualcosa di frustrante che dobbiamo togliere dalla nostra testa. Noi potevamo fare molto di più”. Per essere ancora più chiari, “non tollero più che una squadra come la nostra, che si deve salvare, che deve avere il coltello tra i denti, conceda il fianco in maniera ingenua. Queste sono le cose che mi fanno più male. Lo fanno a me, a tutto il pubblico, a tutta la gente che ci viene a vedere”.
Come vede il futuro, Turati? “Da oggi voltiamo pagina, sicuramente ripartiremo perché lo vogliamo fare tutti. E mi auguro che qualcosa dentro di noi cambi velocemente e che soprattutto tutti i nostri ragazzi si mettano dentro al contesto Siracusa”.
Fa sentire la sua presenza e vicinanza anche il presidente, Alessandro Ricci. “Che sarebbe stato difficile lo sapevamo, l’avvio del campionato con le squadre che sono attrezzate per andare a vincere il campionato oppure giocarsi la promozione tramite play-off lo sapevamo. Oggi è il momento di stare vicino alla squadra, di fare quadrato intorno al mister, allo staff, ai ragazzi. Io capisco la frustrazione, la delusione, il rammarico dei tifosi, però noi siamo consapevoli di quello che stiamo facendo. Paghiamo alcuni errori fatti in estate. Sapevamo che partendo con due o tre settimane di ritardo ci saremmo trovati nel mese di settembre a dover costruire. Il nostro campionato inizierà nelle prossime settimane”. Cambiare modulo? “Quello che noi stiamo facendo è la nostra identità, non dobbiamo cambiarla, dobbiamo solo lavorare e lavorare. Non c’è nessun dubbio sulla conduzione tecnica, sul modello di gioco, sull’idea Siracusa”.