L'infermiere del video shock, Marco Salvo: "non volevo denigrare medici e colleghi"

Per l’opinione pubblica siracusana, lui è l’infermiere coraggioso che ha denunciato le condizioni di lavoro degli operatori sanitari in servizio al Pronto Soccorso nei primi giorni dell’epidemia. Per i media è semplicemente l’infermiere mascherato. Ma da alcuni giorni non è più tanto mascherato. E’ venuto allo scoperto, con nome e cognome: Marco Salvo. Vero infermiere del reparto di emergenza-urgenza dell’ospedale Umberto I.
Come se quel video shock fosse stato una sorta di presagio, ha contratto anche lui il coronavirus ed alterna oggi giornate buone ad altre più complicate. Il riserbo sul contenuto delle sue dichiarazioni rese per via telematica alla polizia giudiziaria in servizio alla Procura di Siracusa è massimo. La sua vicenda, come ricorderete, è diventata anche un caso su cui la magistratura è chiamata a far luce, anche dopo la denuncia dell’Asp che bollò quel video finito sui social come un falso.
Ma su alcuni passaggi Marco Salvo ha voglia di chiarire pubblicamente il suo pensiero. In particolare, sul linguaggio utilizzato in quel video, sopra le righe ed in alcuni passaggi ritenuto volgare. “Mi spiace che si continui a criticare il modo in cui mi sono espresso. Ora – ci racconta dal computer – sono io il primo a dire che alcune espressioni suonano come eccessive. Ma quel video non era destinato a diventare pubblico. Era uno sfogo privato, destinato ad una chat di amici. Se avessi voluto fare un filmato da rendere pubblico, non mi sarei mai espresso in quei termini coloriti. Non sono una persona maleducata ed ho grande rispetto per la classe medica. Miei grandi mentori sono stati proprio alcuni medici. Volevo trasmettere ai miei amici il profondo stress ed anche la paura di noi in prima linea e non sempre con le più adeguate indicazioni o protezioni. Non avrei mai denigrato la categoria infermieristica o quella medica con un linguaggio grezzo e scurrile. E questo ci tengo a precisarlo”.