L’ingegnere siracusano Giuseppe Santangelo guida la nuova industria dei satelliti italiani
Nell’industria dello spazio italiana, un siracusano recita un ruolo di primo piano. Si chiama Giuseppe Santangelo, laureato in Ingegneria Meccanica all’Università di Catania, con studi in Ingegneria Astronautica alla Sapienza di Roma. Difficile riassumerne il profilo in poche righe. Santangelo ha progettato componenti chiave per la Stazione Spaziale Internazionale (moduli Node 2 e 3) presso Thales Alenia Space, ottenendo riconoscimenti NASA nel 2001 e 2003. Proprio con l’agenzia spaziale americana, ha testato sull’Etna alcuni rover e componenti destinati all’esplorazione marziana. Negli States ha fondato nel 2014 Skypersonic, poi acquisita dal gruppo Red Cat Holdings e quotata al Nasdaq nel 2020. Si è anche occupato della crescita strategica europea del gruppo Tyvak International. Oggi Santangelo è cofondatore e ad di Space Industries, un’azienda aerospaziale con sede a Torino e specializzata nell’assemblaggio, integrazione e test di satelliti fino a 500 kg.
Grazie alle sue molteplici esperienze in Europa e negli USa, l’ingegnere siracusano è considerato una figura leader nel settore aerospaziale e high-tech. Con Space Industries, Giuseppe Santangelo guida un progetto industriale che mira a produrre fino a 200 satelliti all’anno entro il 2030, con un investimento iniziale di 15 milioni di euro e oltre 300 posti di lavoro previsti nel polo tecnologico di Settimo Torinese.
“L’Italia è una delle nazioni più prolifica nella costruzione di moduli spaziali, veicoli spaziali, satelliti. Io amministro una società che è un’industria di satelliti. Pensiamo di produrne fino a 200 all’anno, quindi un numero importante”.
Il mercato dello spazio è in piena espansione. “Si, perché si è trasformato. Prima c’erano industrie che lavoravano solo per i governi, adesso è uno spazio commerciale. Vuol dire – spiega Santangelo – che ci sono aziende, industrie mondiali, che hanno tanti soldi e che possono pensare già di costruirsi la loro costellazione di satelliti per degli obiettivi industriali. Non so: monitorare la costruzione delle fabbriche in alcune parti del mondo, o avere una propria rete internet. L’accesso allo spazio è diventato più economico, grazie a vettori riutilizzabili per rilasciare i satelliti in orbita. Così, anche industrie private si possono permettere la loro costellazione per i loro obiettivi business. E sono tanti gli obiettivi, pensate anche a data center in orbita, produzioni sulla luna, wi-fi tra gli stessi satelliti…”.
Affascinante. Quanto scoprire che l’Italia si sta facendo largo nel settore. Torino soprattutto ma anche Roma e alcune zone della Puglia sono oggi il centro dell’aerospazio nazionale. E la Sicilia? Giuseppe Santangelo apre ad una suggestione. “Per lanciare i satelliti bisogna stare vicino al mare, verso la parte più a sud. Quindi nel futuro non è escluso che nelle regioni più a sud dell’Europa, quindi anche la Sicilia, possano nascere dei veri e propri centri di lancio”.
Magari qualcuno, a questo punto, starà sognando ad occhi aperti. Ecco, il settore è in espansione e poter essere uno dei protagonisti dell’industria aerospaziale italiana magari può rivelarsi obiettivo realizzabile. “Non bisogna essere per forza ingegneri. Ovviamente, come in tutte le tecnologie, sono importanti. Ma la parte produttiva dei satelliti viene fatta da integratori spaziali, cioè personale tecnico che prende un diploma, poi prende una specializzazione in integrazione spaziale di due anni e quindi riesce ad operare in un’industria spaziale”.