L'ultimo saluto a Maddalena: in Santuario i funerali della 18enne

Saranno celebrati lunedì alle 15 i funerali di Maddalena Galeano. Per l’ultimo saluto alla 18enne vittima di un terribile incidente stradale, è stato scelto il Santuario della Madonna delle Lacrime di Siracusa.
Nella grande basilica, accanto ai familiari, ci saranno i giovani amici e compagni di scuola. E poi tante persone comuni, altri padri e madri intimamente colpiti dalla tragedia che si è consumata in via Monti per un dolore che è presto diventato collettivo.
Nelle ore scorse, il liceo Gargallo – la scuola frequentata da Maddalena – ha voluto ricordare la giovane alunna scomparsa con un post. “Tutta la comunità scolastica del Liceo Gargallo è profondamente scossa e ha cercato a lungo le parole per esprimere un dolore immenso e lacerante. Non si trovano adatte, perché è una perdita troppo grande. Siamo tutti sconvolti, sofferenti, intensamente feriti, perché Maddalena era solare, piena di vita e di energia. Sarai sempre con noi, dolce Maddy, una parte del nostro cuore, il cuore del Gargallo”.
Toccanti le parole scelte da Deborah Lentini, mamma siracusana divenuta simbolo della lotta alle morti su strada. Scuotono le coscienze e ammoniscono sull’assenza di una coscienza e di una guida sociale. “Gli assassini siamo noi”, scrive in un passaggio. Ecco il testo: “Se ci fosse stato tuo figlio ti saresti fermato a quell’incrocio. Se ci fosse stata tua figlia avresti rallentato per non travolgerla. Se ti fossi ritrovato tuo figlio di fronte avresti cercato il suo sguardo per comunicare le tue intenzioni. Se ci fosse stata tua figlia avresti voluto proteggerla dalle manovre avventate e non avresti ignorato la sua presenza. Ma non c’era tuo figlio e non c’era tua figlia. E probabilmente, per tua grandissima fortuna, non ci sarà domani. Ma c’era il mio, la mia. Ed c’era anche mia madre, mio marito, mia sorella, mia moglie, il mio fidanzato, il mio migliore amico, i miei vicini di casa, l’amore della mia vita, mio padre, la sorella di mio nonno, la mia amante, mio fratello. E hai distrutto la mia vita, la distruggerai domani e per tutti i giorni della mia infelice esistenza.
(…) Oggi sei qui a scrivere che in città si guida male e siamo, anzi, come dici tu, sono tutti pazzi. Io lo dico da anni, ma le mie parole volano nel vento.
Non è tuo figlio e non è tua figlia a non tornare più a casa. È il mio, la mia. Il mio cuore, la mia essenza, la mia anima spenta per sempre. E se per una volta ci fosse la tua anima lì? Se ci fosse tuo figlio o tua figlia strappato alla vita a causa mia o di qualcun altro? Ricorderesti le mie parole? Vorresti tornare indietro?
Si, anche io lo vorrei, ma non mi è permesso, non ci è permesso. Le parole sono belle, vibrano, rimbombano, esaltano gli animi. Ma se alle parole non seguono i fatti, il rispetto di quelle poche e fondamentali regole per vivere le strade serenamente, senza paura, allora, miei carissimi assi della scrittura, smettetela. La città siamo noi, gli automobilisti siamo noi. Gli assassini siamo noi. Perdonateci anime belle per quello che continuiamo a farvi. Perdonateci perché non riusciamo a proteggervi. E la mia anima spenta continua a contare. Ottantasei”.
Sul luogo dell’incidente, intanto, fiori e messaggi per Maddi. Ma tutto attorno, si continua a circolare (ed a commettere infrazioni) come se nulla fosse accaduto. Chi sperava in una reazione delle istituzioni, per ora è rimasto deluso.