Maxi discarica di ceneri di pirite all'ingresso della Penisola Magnisi: "Lo scandalo che da 18 anni inquina il golfo e il suolo"

Una discarica scoperta 18 anni fa e, dopo 18 anni, ancora lì, a inquinare il territorio, a incancrenire un problema serio. La maxi discarica a cielo aperto di polvere di pirite resta all’ingresso della Penisola Magnisi, a un passo dall’area archeologica di Thapsos. Nei giorni scorsi la vicenda è stata ripresa da “Priolo Notizie”, una sorta di pro-memoria.
Una storia infinita, la definisce Pippo Giaquinta del circolo “L’Anatroccolo” di Legambiente. Proprio l’associazione ambientalista, 18 anni fa, scoprì e denunciò la presenza di quella discarica a ridosso della spiaggia di Marina di Priolo. Una battaglia lunga, che portò ad un risultato che all’epoca era sembrato straordinario. “Nel 2008 è partita la bonifica- ricorda Giaquinta- La ditta che si aggiudicò gli interventi aveva aperto il cantiere e aveva anche cominciato a creare dei blocchi di cemento che avrebbero dovuto imprigionare la polvere di pirite in modo tale da poterla rimuovere. Si scavava dal mare, perchè le polveri sono riversate nel golfo. Ad un certo punto del percorso, tutto si arenò. Un problema- prosegue Giaquinta-di classificazione del rifiuto. Era passato circa un anno e mezzo dall’inizio dei lavori. Le montagne di pirite furono lasciate lì, dove ancora adesso, purtroppo, si trovano”. Ulteriore paradosso qualche anno dopo, quando l’area in cui si trovava la discarica mai bonificata, nonostante l’inserimento nel piano delle bonifiche dell’area Sin di Priolo, diventò incredibilmente un parcheggio. Qualcuno posizionò una sbarra all’ingresso e usò quel piazzale per una redditizia attività, peraltro abusiva.
“E’ dalla discarica di cenere di pirite che ogni anno- ricorda Giaquinta- Legambiente fa partire l’operazione “Spiagge Pulite” a Priolo. E’ un modo per riportare alta l’attenzione su un sito effettivamente dimenticato”. Un paio di anni fa, forti raffiche di vento, avevano portato la cenere di pirite praticamente ovunque. Legambiente, con un esposto presentato subito dopo, chiese e ottenne il posizionamento di teloni, che ogni tanto, nel tempo, con l’usura, perdono in parte la propria funzione.
“La situazione è questa da tempo immemore- conclude l’esponente di Legambiente- ma non perdiamo la speranza che possa essere risolta”.