Covid a scuola, le linee guida del Miur: “Finestre aperte”. I presidi chiedono più chiarezza

Finestre aperte come principale azione di contrasto al Covid-19 nelle scuole italiane. E’ questo, in sintesi, quanto prevedono le attese Linee guida del ministero. La dicitura esatta del provvedimento pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale è “Linee guida sulle specifiche tecniche in merito all’adozione di dispositivi mobili di purificazione e impianti fissi di aerazione e agli standard minimi di qualità dell’aria negli ambienti scolastici”.
In sostanza gli esperti del Governo, al termine delle loro ricerche e dei loro approfondimenti, non hanno fatto altro che dire che il ricambio naturale dell’aria è la prima e privilegiata strada da seguire.
Nel provvedimento si leggono considerazioni come la seguente: E’ possibile, ad esempio che la semplice ventilazione delle aule attraverso l’apertura delle finestre possa migliorare sensibilmente la qualità dell’aria, favorendo la diluizione e la riduzione sia di agenti chimici liberati all’interno (es. da materiali, arredi e finiture, attrezzature didattiche, prodotti per la pulizia, ecc.), sia di virus e batteri rilasciati dagli occupanti”.
Solo dopo aver applicato il sistema “finestre aperte”, le scuole dovranno ricorrere a dispositivi aggiuntivi di sanificazione, purificazione e ventilazione  e solo nel caso in cui il precedente sistema non stia funzionando e l’utilizzo di dispositivi comporti un miglioramento della qualità dell’aria indoor.
I dispositivi artificiali, infatti, possono anche essere dannosi, secondo quanto spiegato: emissioni, rumori, consumi energetici, rischi per la sicurezza, costi altissimi di acquisto. 
Le linee guida appena pubblicate non stupiscono i dirigenti scolastici siracusani. Pinella Giuffrida, che nel territorio rappresenta l’Anp, l’associazione dei presidi e dei dirigenti pubblici, dirigente scolastica del comprensivo Vittorini, sembra concordare con quanto scritto adesso “nero su bianco”.
“Non possiamo nasconderci- premette Pinella Giuffrida- che con il Covid abbiamo assistito ad una serie di tentativi di speculazione da parte di alcune aziende, che hanno approfittato dell’emergenza per far cassa con sanificazioni anche di dubbia efficacia, con macchinari inutili se non dannosi. Ce ne sono state tante altre, invece, che hanno lavorato bene”.
Non è ancora chiaro se in aula occorrerà tornare con la mascherina, sebbene questo non sembri, al momento, probabile.
“Il ricambio dell’aria è alla base e questo è evidente- prosegue la dirigente scolastica- Mi auguro che non avremo le mascherine. Ci sarà certamente il distanziamento. Le finestre saranno aperte per il ricambio dell’aria con le modalità più opportune. Altre strumentazioni, se devono essere serie ed efficaci, hanno del resto costi proibitivi per scuole di media grandezza, come potrebbe essere un istituto scolastico con una quarantina di aule. A conti fatti- ipotizza Giuffrida- servirebbero almeno 40 mila euro. E’ vero che le scuole hanno ricevuto consistenti risorse ma sono state utilizzate per una serie di emergenze” .
Critico il commento di Simonetta Arnone, dirigente scolastica del Liceo Quintiliano. “Così come pubblicate- spiega la preside dell’istituto siracusano- sono linee inapplicabili. Non si capisce chi deve fare cosa, con quali fondi andrebbero acquistati i dispositivi suggeriti e comunque non obbligatori. Tutta una serie di aspetti che mi auguro vengano chiariti adeguatamente prima di settembre, per poter parlare di qualcosa di concreto. Anche in campo scientifico, tra l’altro- prosegue Simonetta Arnone- emerge chiaramente, ed è anche specificato nelle Linee guida, che l’efficacia dei dispositivi è legata al contestuale distanziamento, all’aerazione naturale, ai dispositivi di protezione individuale e all’igienizzazione”. L’aspetto che non piace affatto alla dirigente scolastica è legato a quello che non si garantisce. “Non ci danno spazi adeguati, oltre a non darci indicazioni- fa notare- Il distanziamento resta basilare ma nessuno sembra volerci mettere nelle condizioni di operare serenamente. Verrebbe da pensare a giochi economici poco edificanti, prima le mascherine, adesso i dispositivi. Eppure, per qualsiasi epidemia, il distanziamento è l’aspetto fondamentale, su cui investire davvero”.