Morti da esposizione all'amianto, la provincia di Siracusa prima per incidenza annuale

Messo al bando 26 anni, l’amianto continua a minacciare la salute dei cittadini e l’ambiente. Secondo i dati diffusi da Legambiente in Sicilia solo 84 Comuni su 390 si sono dotati di Piani comunali in materia. E Siracusa continua purtroppo ad essere la provincia con la più alta incidenza annuale di mesotelioma pleurico in rapporto alla popolazione residente. A seguire, Palermo e Ragusa.
Le bonifiche sono l’unica azione capace di evitare l’esposizione alla fibra killer ed alla conseguente insorgenza di patologie mortali. “In Sicilia, tra il 1998 e il 2016, si sono registrati più di 1.500 casi di mesotelioma pleurico”, ricorda nel suo report Legambiente.
Il Piano regionale sull’amianto, redatto nell’aprile del 2016 e trasmesso alla Presidenza della Regione, “non è ancora stato approvato”. E intanto otto Comuni siciliani su dieci si trovano così senza Piano comunale amianto. Anche il censimento dei siti contaminati procede a rilento. “Nel 2017 sono state solo 381 le autonotifiche prevenute pari ad appena 1/3 rispetto a quello registrato nel 2016 che si è attestato a 1113 comunicazioni”.
Legambiente Sicilia ha anche distribuito un questionario a circa 1800 persone per valutare le conoscenze sul tema. Meno della metà di coloro che hanno compilato il questionario è a conoscenza che il 1992 è l’anno nel quale i manufatti in amianto sono stati banditi dalla legge italiana; appena 1 persona su 2 conosce per grandi linee il meccanismo di rilascio delle fibre in amianto e soltanto il 35% della popolazione è consapevole del fatto che il ‘pericolo amianto’ può protrarsi per un tempo pari a 40 anni.
Quasi una persona su quattro dichiara inoltre di possedere ancora dei recipienti in eternit e solo il 29% degli intervistati si è rivolto ad una ditta autorizzata per rimuovere MCA. Tra i possessori di recipienti in eternit circa 3 su 10 dichiarano di farne uso ancora ad oggi. Oltre l’80% ha pensato di dismettere i recipienti in amianto, ma ben il 57,3% ha attribuito la mancata dismissione ad un costo troppo elevato.
Un quadro preoccupante che ha spinto Legambiente Sicilia a chiedere un impegno concreto al governo regionale e alle amministrazioni locali.