Naufragio del 2015, il barcone resta ad Augusta: “Si del Ministero della Difesa”

A quattro anni dal naufragio del barcone nel Canale di Sicilia  che causò la morte di circa 800 migranti rimasti imprigionati al suo interno, prima positiva risposta alle istanze del Comitato 18 Aprile (data della tragedia), dell’Amministrazione comunale e della comunità cittadina. Il sindaco, Cettina Di Pietro e il presidente del comitato, Enzo Parisi annunciato che “il Ministero della Difesa, proprio giovedì 18 aprile ha deciso di dare il barcone alla città di Augusta con un atto di cessione, approvato dalla giunta comunale, formalizzato ieri tra il Comune e il Comando di MariSicilia”. La volontà è quella di conservare il relitto per realizzare un Giardino della Memoria dedicato al  “fenomeno più rilevante del nostro secolo – le migrazioni – di cui Augusta è stata ed è testimone e protagonista negli ultimi anni”. Il barcone fu recuperato un anno dopo essersi inabissato, con una complessa operazione disposta dal Governo italiano e trasportato alla base della Marina militare di Augusta dove si trova dal 30 giugno 2016.  Il Comitato 18 Aprile, subito costituito, chiede che il relitto del peschereccio non fosse demolito e nemmeno trasferito altrove, ma rimanesse in un’area in cui realizzare il Giardino della memoria, nel ricordo delle vittime delle migrazioni.