Non è un fotomontaggio: ecco perché lo scatto dell’Etna di Kevin Saragozza è autentico

L’attività esplosiva dell’Etna, dal cratere di Sud-Est, che si è verificata nella giornata di ieri, ha lasciato a bocca aperta il mondo intero. L’eruzione ha causato il crollo di una parete del cratere, sollevando una nube eruttiva piroclastica alta chilometri.
Ma a fare il giro del web, oltre ai numerosi video realizzati da turisti e siciliani a due passi dal vulcano, è stato lo spettacolare scatto del fotografo siracusano Kevin Saragozza. La fotografia raffigura la potenza della natura durante l’attività esplosiva dal cratere di Sud-Est, vista da Siracusa alle ore 12:45.

Numerose sono state le reazioni sui social, con commenti entusiasti sulla bellezza dello scatto, ma anche insinuazioni su un possibile fotomontaggio. Proviamo però a fare chiarezza e spieghiamo perché non si tratta affatto di un fotomontaggio.
È tutta una questione di pianificazione, e a fare la differenza è la distanza dall’elemento ripreso. Spieghiamo meglio.
Lo scatto è stato realizzato da Kevin Saragozza da un punto strategico: il Minareto. Nella foto si vedono Siracusa, il Santuario e, perfettamente in asse e in tutta la sua maestosità, l’Etna.
Per capire ancora meglio, la redazione di SiracusaOggi.it ha intervistato il fotografo siracusano, che ha così spiegato: “Si utilizzano dei teleobiettivi, in questo caso da 600 mm. Noi visioniamo questo scenario e non facciamo altro che ingrandirlo”.
Per realizzare scatti di questo tipo, l’aspetto fondamentale è che il soggetto sia distante almeno 2–3 km. Nel caso specifico, dalla posizione da cui è stata scattata la foto a Siracusa, la distanza era di circa 3,8 km. Una distanza ideale per ingrandire lo scenario e fare in modo che l’Etna sembri inglobare la città.
Ma perché l’Etna da Siracusa sembra così grande? L’Etna appare imponente principalmente per la sua ampiezza e altitudine, che generano un’impressione visiva di grandezza. Inoltre, la distanza tra Siracusa e l’Etna (circa 120 km) può amplificare l’effetto, soprattutto se si utilizza un obiettivo con focale elevata (zoom).
Un discorso simile può essere fatto per un altro scatto di Kevin Saragozza: la superluna su Ortigia, scelta addirittura come immagine del giorno dalla NASA. Anche in quel caso, la luna appare gigantesca rispetto al Castello Maniace: la foto è stata scattata a 2,2 km di distanza ed è tutta questione di illusione ottica.

La luna, infatti, può sembrare più grande rispetto a un monumento a causa di un effetto noto come “illusione lunare”. Quando la luna è sull’orizzonte, appare più vicina perché viene confrontata visivamente con oggetti familiari (come alberi, edifici o montagne) che si trovano anche a distanze notevoli, come 2, 5 o 10 km.
Un altro elemento fondamentale per realizzare questo tipo di scatti sono le condizioni atmosferiche. La qualità dell’aria deve essere ottimale per ottenere risultati nitidi e spettacolari.
In sintesi, guardare qualcosa attraverso un telescopio o un teleobiettivo è la stessa cosa: si ingrandisce la scena. Il punto fondamentale è la pianificazione dello scatto.
Nessun fotomontaggio, dunque, ma solo la bravura e la competenza di un fotografo come Kevin Saragozza, capace di realizzare una foto da copertina che ha fatto il giro del mondo e ha fatto parlare di sé.