Nuova giunta, i consiglieri del Pd: “Amministrazione all’opposizione della città”

“Il consiglio comunale deve tornare il centro del dibattito democratico e del confronto pubblico, non un’appendice della giunta né un luogo svuotato di ruolo e funzione”. E’ la posizione espressa dal gruppo consiliare del Partito Democratico ieri, durante la seduta del consiglio comunale in cui, tra gli altri passaggi, il sindaco, Francesco Italia ha ufficialmente presentato la nuova giunta, nominata nei giorni scorsi nell’ambito del rimpasto della sua squadra. L’operazione non convince la forza di minoranza, che commenta con toni critici quanto sostenuto dal primo cittadino e fornisce una lettura diversa del passaggio consumato a Palazzo Vermexio.
“Nel tentativo di giustificare l’ennesimo rimpasto- il commento dei consiglieri Massimo Milazzo, Sara Zappulla e Angelo Greco- il sindaco ha sostenuto che la nomina di consiglieri comunali come assessori rappresenterebbe un modo per “rafforzare il ruolo del Consiglio. È una lettura che ribaltiamo con forza: non si rafforza il Consiglio facendo coincidere chi governa con chi dovrebbe controllare, perché così si spezza l’equilibrio tra esecutivo e legislativo, tra indirizzo e verifica. Un consigliere che diventa assessore si trova a essere, al tempo stesso, controllore e controllato, generando una evidente ambiguità istituzionale e un danno alla trasparenza democratica”.
Il Pd ritiene, invece, che “la vera valorizzazione del Consiglio passa dal confronto politico, dal rispetto reciproco tra ruoli distinti, dalla capacità di tenere viva una dialettica democratica. Purtroppo, l’esperienza di questi mesi dimostra l’opposto: un sindaco che rifugge il dialogo in aula, che evita il confronto pubblico e che ha reso sempre più sterile il dibattito cittadino, accentuando un modello di governo solitario e autoreferenziale”.
Il gruppo del Partito Democratico è tornato a sottolineare un aspetto posto in rilievo subito dopo la composizione del nuovo esecutivo. “Anche in questa nuova giunta, su sei componenti-osservano i consiglieri del Pd- figura una sola donna. È l’ennesima dimostrazione che il principio di parità viene considerato non come un valore democratico da perseguire con convinzione, ma come un obbligo formale da aggirare o ridurre al minimo. La rappresentanza femminile non è una concessione, è una necessità politica, culturale e sociale. Continuare a ignorarla è sintomo di un’idea arretrata e sbilanciata del potere”.
Poi un riferimento alla distribuzione delle deleghe. Il Pd le definisce “scelte confuse, molte delle quali strategiche, come Turismo, Cultura e Sport, restano accentrate nelle mani del sindaco – e le ambiguità sul ruolo del nuovo capo di gabinetto, ex assessore allo Sport, che rischia di trasformarsi in un “assessore ombra” senza legittimazione formale”.
“Questa amministrazione, nella sua totalità-conclude il gruppo consiliare del Pd- risulta oggi essere all’opposizione della città: delle sue esigenze, delle sue priorità, della sua voglia di partecipazione e trasparenza. Siracusa merita un governo che la ascolti e che la rappresenti, non un sistema chiuso che lavora per se stesso”.