Nuovo ospedale di Siracusa, c’è l’idea: struttura modulare. Battaglia per il Dea II Livello

Il commissario dell’Asp, Lucio Ficarra, era stato chiaro al momento del suo insediamento: “la costruzione del nuovo ospedale di Siracusa è la priorità”. Lo avevo detto annunciando l’avvio della progettazione di massima della nuova struttura sanitaria, affidata all’ufficio tecnico dell’Azienda Sanitaria.
Con un piglio decisorio che lascia ben sperare, Ficarra ha dato indicazioni chiare ai progettisti: prima di ogni valutazione politica, va progettato l’ospedale che effettivamente serve. E così è stato fatto. Il risultato è ancora top secret, ma chi ha avuto la possibilità di sbirciare, racconta di una struttura modulare che si sviluppa in senso orizzontale e con attorno tutti i servizi essenziali: elisoccorso, centrali idrica ed elettrica di emergenza, parcheggi. Qualora dovesse arrivare l’attesa “promozione” per l’ospedale di Siracusa, il progetto è facilmente adattabile alle necessità di un Dea di II livello (il massimo, ndr). Basterebbe aggiungere un piano.
L’idea potrebbe anche funzionare, ma al tempo stesso nasconde l’insidia: accettare una “promozione” rinviata al futuro è un rischio troppo alto. Potrebbe far il gioco di interessi altri e non siracusani. Se ospedale nuovo deve essere, sia subito Dea di II livello e pazienza se Catania dovrà rinunciare a qualche reparto in uno dei suoi tanti (troppi?) ospedali. Non tutto il mondo gira intorno all’Etna e questo dovrebbe essere chiaro anche all’assessore regionale alla Salute, Razza.
I 21 sindaci della provincia di Siracusa stanno definendo un documento unitario con il quale chiedono alla Regione – con toni perentori – il Dea di II livello per il capoluogo e il potenziamento del Generale di Lentini. Se il governo Musumeci dovesse fare orecchie da mercante, sono pronte proteste eclatanti. Ma sul documento, però, l’intesa non è ancora unanime. Ne girano 4 diverse versioni e per trovare una sintesi, questa sera è stata convocata una nuova conferenza dei sindaci.
Il primo cittadino di Avola, Luca Cannata, vedrebbe di buon occhio un documento meno aspro nei confronti della Regione. Una posizione attualmente minoritaria ma che potrebbe “spaccare” la compattezza delle richieste da presentare lunedì prossimo al vertice convocato a Palermo. Il punto di partenza è il piano di riordino della rete sanitaria regionale approvato nel 2015 dalla conferenza dei sindaci, e dal quale Cannata non riscontrerebbe necessità di discostarsi con le novità ora richieste dai suoi colleghi. I quali, dal canto loro, oppongono due argomentazioni: la rete venne approvata all’epoca quasi “obtorto collo”, per consentire l’avvio delle stabilizzazioni; la penalizzazione che quella rete ha riservato all’offerta sanitaria pubblica siracusana.
Ormai in secondo piano la diatriba Pizzuta si-Pizzuta no. Il giudizio tecnico dell’Asp sull’area indicata dal Consiglio comunale di Siracusa, con l’idea di massima partorita dall’ufficio tecnico, non è netto. E in questo momento, il dibattito sull’area è secondario. Occorre anzitutto la garanzia di avere subito un Dea di II livello, senza rassicurazioni coniugate al futuro. Forti di quel nuovo fattore politico, si potrebbe ripensare anche la sede dell’ospedale: più grande, più efficiente.