Nuovo ospedale di Siracusa, una settimana per il “si” alla sua realizzazione

Qualcuno dei sindaci della provincia di Siracusa rumoreggia. “La Regione ha dato la comunicazione ai giornalisti quando ancora non ci è arrivata alcuna comunicazione ufficiale per l’incontro del 18 febbraio”. Il riferimento è all’incontro convocato fulmineamente dalla Regione per andare a chiudere la partita del nuovo ospedale di Siracusa. Nei primi giorni della prossima settimana partiranno gli inviti ufficiali, le convocazioni.
A giustificare l’improvvisa fretta sarebbero alcune frizioni tra sindaci del siracusano che potrebbero compromettere la riuscita dell’intera operazione. E invece la Regione il nuovo ospedale di Siracusa vuol farlo per davvero e si gioca parte della sua reputazione politica su questa vicenda. Rimanere in stallo per piccoli screzi tra sindaci non piace a Musumeci. Che allora ha convocato tutti a Palermo, compresa Asp e assessore alla Salute.
Il tema è più vasto della semplice localizzazione di un’area su cui costruire il nuovo ospedale di Siracusa. Di mezzo c’è la richiesta, pressante, di dotare la provincia di un ospedale Dea di II livello (il massimo) ed una mai compiuta definita diatriba tra gli ospedali di Noto e di Avola. Queste partite potrebbero dare finalmente il via libera all’iter che porterà in un decennio abbondante alla realizzazione del nuovo ospedale di Siracusa.
I primi cittadini siracusani ne hanno parlato pochi giorni fà, durante una riunione della conferenza dei sindaci. Entro il 18 devono trovare la sintesi delle loro posizioni da riportare in un documento da presentare al presidente della Regione. Un documento che riporti decisioni già prese e non ulteriori divisioni. Perchè Musumeci vuole essere risolutivo e non perdere più tempo di quello che già è trascorso.
Sul nuovo ospedale di Siracusa, le polemiche dei mesi scorsi sulla scelta dell’area (Pizzuta, ndr) sembrano aver segnato il passo. Tutti sono pronti a sostenere la scelta di Siracusa, se il terreno indicato dal Consiglio comunale si rivelerà idoneo alla prova dei fatti, ovvero alla prova del progetto redatto dall’Asp (si vocifera sia proprio ben fatto, ndr). Il Consiglio comunale potrebbe al limite tornare sui suoi passi e rivedere quella scelta, ma occorre un fattore nuovo per attivare quella revisione politica. Ed il fattore nuovo potrebbe essere il riconoscimento del nuovo ospedale di Siracusa come Dea di II livello.
In cambio del sostegno per l’obiettivo primario, la “provincia” vuole la sua parte, a cominciare dalla soluzione per la decennale diatriba tra Noto e Avola. Un ospedale unico con reparti divisi tra due città distanti 8km circa non è certo l’optimum. Ma chi deve rinunciare a cosa? Ecco, qui si rischia la rottura. Avola viaggia a mille in Regione e non ha intenzione di fermarsi ma Noto non può certo stare a guardare passivamente. E poi c’è Augusta con la posizione dei 5 Stelle che dà pensiero al governo Musumeci e Lentini che è troppo vicino a Catania per essere qualcosa in più di un presidio di base.
Una settimana per trovare la quadratura, con un nuovo punto di partenza: i sindaci del siracusano vogliono il nuovo ospedale per il capoluogo, senza dettare consigli per la sua posizione. E per quel sostegno però chiedono – è politica – una contropartita: spazio per le esigenze delle loro realtà particolari. La Regione guarda e attende, silente. Concede la possibilità di autodeterminarsi ai sindaci siracusani. Ma se si presenteranno divisi, tirerà una linea e deciderà di conseguenza. Vale a dire, nuovo ospedale alla Pizzuta e niente Dea di II Livello. Ora come non mai è il caso di giocarsi bene le proprie carte. Per i pokeristi è il momento dell’all in.