Occupazione: l’esodo dei giovani. Cannata, “Europa crei condizioni per rimanere a Sud”

“Bisogna mettere al centro dell’agenda politica nazionale ed europea, che deve essere investita del problema, la creazione di condizioni che consentano ai giovani di rimanere nel Mezzogiorno o di rientrarvi, mettendo a frutto esperienze e competenze acquisite in altre parti del mondo”. ‘Una valigia di cartone’ è il titolo della manifestazione di stamattina davanti la presidenza della Regione Siciliana a Palermo per dire no all’emigrazione dei giovani in cerca di occupazione e su questo tema è intervenuta l’AnciSicilia attraverso il proprio Ufficio di presidenza e il vicepresidente regionale dell’associazione nazionale Comuni italiani, Luca Cannata.
Anci chiede al Governo regionale di promuovere un incontro con il Governo nazionale e con i rappresentanti delle autonomie locali che metta al centro il tema delle iniziative da attuare per favorire opportunità di lavoro dei giovani e Luca Cannata, candidato alle prossime elezioni europee con Fratelli d’Italia, ci tiene a ricordare che il tema dell’emigrazione giovanile è direttamente legato alle dimensioni del fenomeno della disoccupazione giovanile in Sicilia che, come testimoniano i recenti dati certificati dalla Commissione Europea, rappresenta un dato allarmante toccando, per i giovani fino a 24 anni, il 53,6%. “Un’emergenza che tocca particolarmente i comuni dell’Isola – sottolinea – anche per le conseguenze di ordine sociale connesse al fenomeno dello spopolamento, che colpisce molti piccoli centri della Sicilia e che rischia di fare scomparire intere comunità”.
Secondo una recente indagine condotta fra fine gennaio e fine febbraio, su 46 mila europei di tredici Paesi (dei quali 5 mila italiani) da YouGov per conto dello European Council on Foreign Relations, in Italia il 32% degli elettori è preoccupato dall’emigrazione dei connazionali. Secondo l’Istat sono poi 738 mila gli italiani emigrati all’estero fra il 2008 e il 2017 e secondo dati di Eurostat riportati dal Centre for European Policy Studies, il 3,1% della popolazione italiana adulta vive e lavora altrove nel mondo. Dati che però potrebbero essere molto più elevati, per il semplice fatto che molti italiani non cancellano la residenza prima di espatriare e dunque non sono catturati dalle statistiche.
È la provincia di Agrigento a registrare il maggior numero di partenze secondo la XIII edizione del Rapporto “Italiani nel Mondo 2018” della Fondazione Migrantes: al primo gennaio 2018 risultavano aver cambiato residenza 154.979 agrigentini, il dato più alto dell’intera Sicilia e uno dei più alti in Italia, segue Catania, con 123.367, Palermo 121.741; Messina 87.711; Enna 77.624; Caltanissetta 73.121; Trapani 44.772; Siracusa 42.987; Ragusa 29.654. “L’emigrazione dei giovani in cerca di lavoro – conclude Cannata – è una delle piaghe più gravi che caratterizzano la realtà sociale ed economica della Sicilia e occorre uno sforzo corale per destinare le risorse disponibili a un progetto di sviluppo economico del territorio per intercettare le nuove opportunità di lavoro offerte, per esempio, dall’utilizzo delle tecnologie innovative, dall’offerta di servizi turistici e da un’agricoltura di qualità. Continuo a ripeterlo, a Bruxelles bisogna portare le nostre istanze e l’innovazione e la tecnologia servono per la valorizzazione del nostro patrimonio paesaggistico, culturale, umano”.