Omicidio stradale, parla l'avvocato: "Arresto in flagranza solo in presenza di aggravanti"

Dovrà rispondere di omicidio stradale la donna indagata dopo l’incidente che è costato la vita alla giovane Maddalena. La Procura di Siracusa, che conduce le indagini, deciderà le prossime mosse dopo aver valutato la dinamica dell’incidente e tutti gli elementi disponibili. Nessuna misura cautelare a suo carico, non sussistendo le condizioni secondo quello che è lo spirito della norma, introdotta nel marzo del 2016.
“E’ stato previsto l’arresto in flagranza di reato per i casi più gravi ovvero ebbrezza, droghe, mancato soccorso. La patente del conducente responsabile dell’omicidio stradale viene revocata e non può essere conseguita prima di 15 anni, aumentati a 30 nella ipotesi di fuga o nelle altre ipotesi più gravi, omicidio plurimo o commesso sotto l’effetto di droghe o alcol”, spiega l’avvocato Michele Mauceri.
L’omicidio stradale è punito dall’articolo 589 bis e ter del codice penale e nelle sue varie ipotesi “prevede pene che vanno da un minimo di due anni ad un massimo di 10, che possono aumentare a 18 nell’ipotesi in cui con la propria condotta si procuri la morte di più di una persona”.
Il reato di omicidio stradale è stato introdotto per ovviare a due importanti considerazioni. “Innanzitutto la possibilità di qualificare colposa la condotta di chi guidi in stato di ebbrezza. La seconda considerazione risulta dal fatto che il legislatore ha voluto sottrarre la precedente disposizione normativa ad una valutazione discrezionale, tecnicamente giudizio di bilanciamento, ovvero la previsione dell’omicidio stradale quale aggravante dell’omicidio colposo”, chiarisce l’avvocato Mauceri.
La normativa italiana si pone come una delle più dure per chi compie un simile reato. “Nel Regno Unito si arriva a pene massime di 10 anni e negli Stati Uniti si arriva, in alcuni stati, ai 30 anni di carcere. Viceversa più lievi le pene in Francia (massimo 5 anni che con le aggravanti possono raggiungere i 10 con altrettanti di sospensione della patente) ed in Spagna (6 anni nelle ipotesi più gravi)”.