Parlano i due volontari aggrediti alla Fanusa: “Amareggiati ma non ci fermiamo”

Stanno un po’ meglio e nessuno dei due ha pensato, nemmeno per un istante, di lasciare l’attività di volontariato che, con passione e credendo, portano avanti da tanto tempo. I due volontari di protezione civile aggrediti domenica alla Fanusa sono a casa, in convalescenza.

Raffaele Sortino è alle prese con un ematoma all’occhio, dei capogiri, avverte dolore alla tempia, conseguenza del pugno sferrato dall’uomo innervosito dall’impossibilità  di procedere con la sua auto durante le operazioni che i volontari stavano effettuando.

Antonio Pasqua, invece, ha rimediato una contusione al torace mentre tentava di dare supporto al collega aggredito.

“Non me l’aspettavo- racconta Sortino- Noi facciamo quello che possiamo per renderci utili, lo facciamo con tutto il nostro cuore, senza alcun interesse economico. Domenica avrei potuto dedicarmi ad un hobby, stare a casa ed invece sono andato, felice di farlo, a dare una mano agli amici di Siracusa che stavano vivendo ore difficili. Anche il giorno prima avevo effettuato un servizio di questo tipo. Di solito, quando i cittadini ci vedono arrivare- racconta- ne sono ben contenti, si sentono rassicurati. Mai avrei immaginato di essere aggredito. A colpirmi pare sia stato un ex pugile che risiede nella zona. Pretendeva che mia figlia, volontaria come me, cercasse il proprietario di un’auto che era stata parcheggiata in modo da bloccare il passaggio. Quando quell’uomo ha inveito contro mia figlia, gli ho detto che non mi sembrava il caso di prendersela con una ragazzina.  La sua risposta è stata un pugno ben assestato”. Sette giorni di prognosi per il volontario che, dopo essere stato colpito, è svenuto, stordito dal dolore.

“Tornerò a Siracusa- assicura- non appena potrò. Colgo l’occasione per ringraziare tutti coloro i quali mi hanno chiamato ed espresso vicinanza: dal presidente della Regione, Nello Musumeci al presidente nazionale dell’associazione di protezione civile, Curcio. Sono dispiaciuto, amareggiato, ma le persone come noi vanno avanti senza rimuginare troppo”.

E’ lo stesso atteggiamento che mostra Antonio Pasqua, l’altro volontario aggredito. “Protezione civile vuol dire intervenire quando serve- commenta- Voglio considerare quello che è accaduto un episodio isolato, di cui è responsabile una persona che, con il suo comportamento, ha danneggiato anche la comunità. Abbiamo ricevuto tante attestazioni di solidarietà e questo mi basta. Non vedo l’ora di tornare sul territorio, a dare il mio apporto. Non perdo entusiasmo. Resta l’amarezza, questo senza dubbio- prosegue- ma la useremo per mettere più energia nelle prossime attività”.