Per misurare l’equilibrio tra spazio pubblico e dehors, il Comitato Ortigia presenta l’indice Cadm

Un nuovo strumento per misurare in modo oggettivo quanto spazio pubblico possa essere destinato ai dehors, senza compromettere la vivibilità dei centri storici. È questa l’idea alla base del CADM (Coefficiente di Attenuazione Dinamica e Misurazione), l’indice elaborato dal Comitato Ortigia Cittadinanza Resistente per affrontare in modo tecnico una delle questioni più delicate delle città d’arte ovvero il bilanciamento tra uso pubblico e uso commerciale dello spazio urbano.
Il modello CADM è stato presentato attraverso la rete nazionale “No Degrado e Malamovida”, di cui il Comitato fa parte, e sottoposto sia al legislatore nazionale sia all’Ance, oggi impegnata nel dibattito sulla rigenerazione degli spazi urbani. L’algoritmo CADM elabora infatti una combinazione di dati statici (come la densità residenziale o i vincoli paesaggistici), variabili geometriche (larghezza dei marciapiedi, percorsi pedonali, corsie di soccorso) e parametri dinamici (impatto acustico, orari di attività). Ne viene fuori un indiche sintetico che colloca ogni richiesta di occupazione suolo in una classe di rischio urbanistico-operativo, guidando così le amministrazioni verso decisioni più equilibrate: concessione con prescrizioni, misure mitigative o, nei casi più critici, diniego.
L’iniziativa arriva mentre è in fase di elaborazione un disegno di legge che attribuisce ai Comuni la piena competenza nella concessione del suolo pubblico per i dehors, riducendo il ruolo di controllo delle Soprintendenze.
Una scelta che, secondo molti osservatori, potrebbe da un lato semplificare le procedure burocratiche, ma dall’altro aumentare la discrezionalità amministrativa, con il rischio di compromettere il diritto dei residenti alla quiete, alla mobilità e alla qualità della vita.
“Il rischio è che la gestione dello spazio urbano venga orientata esclusivamente da logiche commerciali”, spiegano dal Comitato siracusano. “Il CADM non limita la discrezionalità della pubblica amministrazione — sottolinea il portavoce del Comitato, Davide Biondini — ma la orienta entro criteri oggettivi e verificabili. In questo modo si riduce il contenzioso e si semplifica anche il lavoro dei giudici amministrativi, che potranno verificare la correttezza del metodo senza entrare nel merito delle scelte politiche”.
Intanto, in tema di dehors, a livello nazionale si valuta l’ennesima proroga al regime semplificato per i dehors partito durante il covid. La scadenza di fine anno potrebbe essere prorogata sino a metà 2027.