Progetto Siracusa punta Firmopoli: "Sarebbe furto di democrazia, falsato il futuro. Se a processo, parte civile"

Progetto Siracusa annuncia la sua volontà di costituirsi parte civile nei procedimenti che eventualmente dovessero prendere le mosse dall’indagine sulla Firmopoli aretusea. Ad annunciarlo è leader del movimento, Ezechia Paolo Reale, avversario al ballottaggio del sindaco Giancarlo Garozzo.
“Siamo di fronte ad un furto di democrazia”, dice in conferenza stampa nella nuova sede di Progetto Siracusa, intitolata alla memoria di Peppe Brandino. Al suo fianco, Lucia Catalano, presidente di Progetto Siracusa, e la coordinatrice cittadina Carmen Perricone insieme al consigliere comunale Salvo Sorbello.
“E’ stato falsato il futuro della città”, puntualizza subito l’ex assessore regionale. Anche se, comunque si evolva la vicenda, Firmopoli non influirà sul risultato elettorale: “mancano due anni alla fine di questa sindacatura e non ci sono i tempi perchè si arrivi ad una sentenza della Cassazione”, spiega Ezechia Paolo Reale. “Ma le valutazioni di ordine politico si possono trarre anche subito”.
Il leader di Progetto Siracusa sottolinea la gravità di quanto si sospetta potrebbe essere accaduto, qualora venisse confermato dalla magistratura. “Noi ci siamo presentati agli elettorali siracusani con apparentamenti visibili e dichiarati, senza accordi sotto banco. E le firme a supporto sono state raccolte anche con la presenza e la certificazione di un notaio, con i nomi dei candidati stampati sui moduli sin dal primo istante”, racconta mostrando anche alcuni dei moduli di Progetto Siracusa.
I sospetti, al momento, si addensano sulle liste Rinnoviamo Siracusa Adesso ed Amarla per Cambiarla, entrambe a sostegno di Giancarlo Garozzo. Ezechia Paolo Reale fa due conti e sottraendo matematicamente i voti portati al candidato sindaco da quelle due liste sentenzia: “Garozzo non sarebbe neanche arrivato al ballottaggio. E comunque al limite non l’avrebbe vinto”.
Non è comunque lui il bersaglio di Progetto Siracusa. “Il sindaco ha detto di non essere responsabile delle firme e probabilmente ha ragione, ma io mi sono comportato diversamente. In ogni caso voglio lanciare un messaggio alle persone per bene: si può fare politica nel rispetto delle regole e della legge. E’ male essere furbi, aggirare le regole per vincere. Non serve doping, ci sono gli spazi per fare anche una competizione elettorale legalmente”.