Il devastante rogo di Priolo: in Procura una denuncia per disastro ambientale

Una denuncia per disastro ambientale è stata presentata alla Procura da “Generazione Futura”, l’organizzazione ambientalista presieduta da Fabio La Ferla. A firmare l’esposto anche il Movimento per la Difesa dei Diritti dei cittadini, tramite il suo rappresentante Francesco Nocito. La denuncia nasce dopo il disastroso rogo che ha colpito il litorale di Priolo e la vicina zona industriale. A redarla, l’avvocato ambientalista del foro di Barcellona Pozzo di Gozzo (Me), Antonio Giardina.
Il legale messinese, esperto di Diritto Ambientale e Demanio, responsabile di un pool di avvocati ambientalisti, è stato nominato dai presidenti delle rispettive organizzazioni proprio procuratore e difensore con la facoltà di costituirsi parte civile e di proporre opposizione alla richiesta di archiviazione e quanto altro e con ogni più ampia facoltà di legge.
L’obiettivo è quello di fare luce su eventuali responsabilità e dinamiche del rogo doloso che, nella tarda mattinata dello scorso 10 luglio, ha interessato la zona delle Saline di Priolo e parte dell’area industriale, provocando ingenti danni, oltre alla chiusura del tratto autostradale Augusta-Melilli per una parte del pomeriggio. Le due associazioni hanno già fatto sapere che in un eventuale processo si costituiranno parte civile per il risarcimento di tutti i danni patrimoniali e non patrimoniali subiti e si oppongono alla definizione del procedimento mediante decreto penale di condanna, chiedendo di essere avvertiti, ai sensi di legge, nel caso di richiesta di archiviazione e nel caso di eventuale richiesta di proroga delle indagini.
Quella difficile giornata si concluse con l’arresto del presunto autore del rogo (un finanziere in pensione) e con un vertice in Prefettura. Ora dunque questo ulteriore risvolto, con la denuncia di La Ferla e Nocito alla magistratura.
“Il rischio incendi nella zona industriale è sempre alto e occorre mettere in atto ogni forma di prevenzione necessaria per evitare che la presenza di folta e spontanea vegetazione induca i piromani ad appiccare il fuoco”, spiegano i due promotori dell’iniziativa che chiedono di accertare responsabilità ed omissioni da parte di tutti quei soggetti, specie pubblici, chiamati a mettere in atto azioni di prevenzione e di intervento.