Salvo e la sua fede più forte della malattia, la storia che ha emozionato anche Papa Francesco

Di fronte a Salvo Bisicchia e alla moglie Delia si rimane disarmati, sempre più ammirati, sorpresi dalla
loro fede, potente più di qualsiasi altra forza sulla terra. La storia di Salvo è ormai nota a migliaia di persone ed è arrivata fino al Santo Padre che, pochi giorni prima di essere ricoverato al Policlinico Gemelli per via della polmonite bilaterale che lo ha colpito, ha voluto far recapitare a Salvo una lunga e toccante lettera. Un regalo immenso per Salvo, che è la testimonianza di quello che molti hanno definito un “miracolo”, il miracolo, soprattutto, di quello che la fede riesce a fare, insieme all’amore per la vita.
Salvo ha 43 anni, da sempre devoto di San Sebastiano e a lungo anche portatore. La sua vita è stata stravolta da una malattia spietata, la SLA. La diagnosi è arrivata come un macigno l’anno scorso, quando Salvo subisce un attacco respiratorio gravissimo che lo conduce al coma. Erano i giorni dell’Ottavario di San Sebastiano ed un sogno cambiò la direzione di questa storia e soprattutto l’anima di Salvo, già fervente cristiano. Nonostante le sue disperate condizioni, giudicate dai medici “non compatibili con la vita”, Salvo, ormai praticamente “morto”, si risvegliò, nell’incredulità di tutti. Raccontò di aver sentito la voce di San Sebastiano, che lo incitava a pregare, a non smettere mai, perché questo lo avrebbe salvato. “Porta a tutti, ogni giorno, la Parola di Dio- l’incitazione di quella voce- Se preghi, non muori”. E questo Salvo fa da allora, ogni giorno, tutti i giorni. Oggi Salvo respira grazie ad un macchinario, non può muovere il suo corpo ma sposta idealmente montagne con le sue parole, che arrivano attraverso il computer che utilizza.
Il Santo Padre è venuto a conoscenza di questa incredibile storia. La sua lettera è stata spedita da Monsignor Roberto Campisi. Il Pontefice ha così impartito a Salvo “la potente Benedizione Apostolica che volentieri estende alla consorte Delia e alle persone care- si legge nella lettera. Insieme alle preziose parole, che sono entrate nel cuore di Salvo e lo hanno reso ancor più forte nella sua missione, Papa Francesco ha voluto inviargli un regalo che per Salvo e Delia ha un valore inestimabile: è un rosario benedetto dal Papa, “e l’augurio che il Signore conceda fortezza nella fede e feconda pace interiore”. Questa feconda pace interiore è proprio quello che di Salvo Bisicchia emerge subito. In queste settimane, sui social, Delia, con il suo amore che la anima, pubblica spesso foto che ritraggono lei e il marito, in momenti felici, sorridenti, pieni di speranze e sogni. Quei sorrisi ci sono ancora, sono anche nelle nuove foto. E Salvo, devoto di San Sebastiano e “salvato” da un sogno, da allora sa di voler parlare di Dio a chiunque possa avere orecchie per sentire, per aprire cuori, per far uscire dal buio chi non sa che esiste una Luce immensa, infinita, definitiva. Nella lettera che il Vaticano ha inviato a Salvo Bisicchia, si leggono parole che restano incise nella sua mente e nel suo cuore. “Il Papa- si legge- che è particolarmente vicino a quanti sono provati dalla malattia e dalla difficoltà della vita, assicura il ricordo dell’Altare e rammenta che in virtu’ della speranza nella quale siamo stati salvati, guardando al tempo che scorre, abbiamo la certezza che la storia dell’umanità e quella di ciascuno di noi non corrono verso un punto cieco o un baratro oscuro ma sono orientate all’incontro con il Signore della Gloria. Viviamo dunque nell’attesa del suo ritorno e nella speranza di vivere per sempre in Lui”. Intanto Salvo coltiva un nuovo progetto e ha scritto per questo all’Arcivescovo Mons. Francesco Lomanto. “Da giorni- ha spiegato Salvo- penso alle persone “cristiane anagrafiche”, “credenti ma non praticanti”, che si trovano in situazioni di malattia come me o addirittura in condizioni peggiori e magari vorrebbero riavvicinarsi alla Chiesa. Molti sacerdoti si prodigano affinché noi ammalati possiamo sempre avere una “buona parola” ma talvolta, serve altro, un impulso per rientrare “nel gregge”. Salvo propone la creazione di un assistente spirituale per i malati in cure palliative,che li raggiunga anche a domicilio. “Ho pensato ad una convenzione fra Curia e Asp -l’idea che lancia- che possa prevedere la possibilità da parte del paziente (su base volontaria) di poter richiedere la figura dell’assistente spirituale all’atto della richiesta di attivazione delle cure palliative (o per chi è già in cura)”.
Un nuovo sogno da realizzare, una nuova missione d’amore.