Santa Lucia, la Festa non si misura in ‘minuti’ ma in popolo e devozione

Ora che il simulacro di Santa Lucia è tornato nella nicchia che lo custodisce in Cattedrale, suonano ovattate le tanti voci che – a torto o a ragione – si sono inseguite tra le due processioni cittadine. Persino l’arcivescovo ha preso parola per richiamare all’ordine quel frullatore di parole e pensieri confusi che erano ormai diventati i social. Dimostrazione chiara, quell’intervento, della piena comunione di intenti e visioni tra la Diocesi e la Deputazione di Santa Lucia, in merito alla Festa ed ai suoi momenti.
A proposito di momenti: in poco meno di sei ore il simulacro ha raggiunto piazza Duomo, partendo dalla Borgata, e rispettando le tradizionali soste alla Madonnina ed in ospedale e il passaggio di consegne tra berretti verdi e Vigili del Fuoco in corso Gelone. Poi lo spettacolo pirotecnico ai ponti, l’ingresso in un corso Matteotti illumimato ed infine l’arrivo in piazza Duomo.
È corretto “misurare” la qualità della festa dalla durata della processione? Certamente no, per quanto ignorare l’aspetto folkloristico e popolare di una festa patronale sarebbe un errore. Giusto dare primo piano all’aspetto religioso, ma Santa Lucia è festa di popolo e di colore. Una dimensione puramente ieratica potrebbe creare una distanza tra marciapiedi ed altari che “chiuderebbe” la festa dentro le chiese e non più in quel chiassoso disordine che è però misura di una città che si ritrova attorno ad un simbolo identitario, un valore comune, una radice solida, un credo condiviso e popolare che – nei secoli – dal buio delle catacombe ha conquistato cuori e devozione alla luce del sole, in ogni angolo del globo.
La Festa di Santa Lucia non si misuri in minuti trascorsi in strada ma neanche solo in mani giunte in processione. C’è una dimensione, quella popolare, che non va trascurata. Il “contorno” in questo caso é anche sostanza.
Continuiamo con orgoglio a gridare “sarausana jè”, affinché Santa Lucia rimanga sempre un patrimonio comune di ogni siracusano, da accarezzare con lo sguardo o da sfiorare con le dita. Santa si, ma raggiungibile e dialogante. Venerabile in confidenza, come si fa con un’amica cara e pia.
Forse il “popolo” ai lati della strada ha pensato che gli si volesse allontanare “Luciuzza”. In verità, il lavoro della Deputazione mira ad altro: a rafforzare la devozione intima e popolare, non da altare, ma certo da preghiera e presenza in tutti quei giorni che precedono e seguono il 13 ed il 20 di dicembre. E non é un male.
Per cui, almeno questa volta, siracusani stiamo uniti e dalla stessa parte: quella della Patrona. Viva Santa Lucia!