Consumo di suolo, in un anno la provincia di Siracusa ha “perso” 210 ettari di territorio naturale

Consumo di suolo in Italia, Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) e Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (Snpa) ne hanno fotografato l’evoluzione in Italia ed in Sicilia. Pochi giorni fa la pubblicazione della nota di aggiornamento della cartografia nazionale con misurazione della quantità di superficie naturale trasformata in aree artificiali: costruzioni, infrastrutture, piazzali, ma anche campi fotovoltaici a terra, oggi tra i principali protagonisti della nuova “corsa” all’occupazione di territorio.
In Sicilia sono 168.431 gli ettari di suolo ormai occupato, pari al 6,56% del totale regionale. Un dato inferiore alla media nazionale (7,07%), ma in costante crescita: solo nell’ultimo anno la Sicilia ha perso 799 ettari di terreno naturale, il quarto peggior dato in Italia dopo Emilia-Romagna, Lombardia e Puglia.
Le aree storicamente più “cementificate” restano quelle delle province di Palermo e Catania, con Isola delle Femmine (54,29%) e Gravina di Catania (50,83%) ai primi posti. Attenzione però al dato relativo ai cambiamenti dell’ultimo anno, con Trapani e Siracusa province che si colorano di rosso sulla cartina.
È proprio la provincia di Siracusa a registrare il dato peggiore del 2024: 210 ettari di suolo naturale scomparsi in dodici mesi. Il fenomeno, spiega lo studio, è legato in gran parte alla realizzazione di impianti fotovoltaici a terra che stanno modificando in modo irreversibile ampie porzioni di territorio agricolo e naturale.
Tra i Comuni più colpiti spiccano Carlentini e Augusta, rispettivamente con 58 e 56 ettari di suolo trasformato nell’ultimo anno, principalmente per l’installazione di grandi campi solari (30 ettari solo a Carlentini). Anche Melilli compare tra le prime dieci città siciliane per incremento del consumo di suolo.
A livello complessivo, la provincia di Siracusa è la seconda in Sicilia per percentuale di suolo già consumato (9,19%), subito dopo Ragusa (10,56%) e davanti a Catania (8,02%).
Secondo i calcoli dell’Ispra, nel 2024 il 34% del nuovo suolo consumato in Sicilia è stato destinato a impianti fotovoltaici: 271,8 ettari complessivi, una quota molto alta ma comunque inferiore a quella di regioni come Lazio (56,5%) e Sardegna (43,3%).
Un dato che accende il dibattito su un tema cruciale: come conciliare la transizione energetica con la tutela del territorio.
La Sicilia è anche tra le regioni dove si continua a costruire più vicino alle coste, con +85 ettari di suolo consumato tra 0 e 1.000 metri dal mare in un solo anno. E non mancano i rischi: 139,9 ettari di nuove costruzioni sono sorti in aree ad alto rischio sismico, a testimonianza di una pianificazione del territorio ancora fragile.

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La siracusana Alessia conquista la Ruota della Fortuna. “Che emozione, lo sognavo da bambina”

E’ una siracusana la nuova campionessa de La Ruota della Fortuna. Si chiama Alessia Castro e nella puntata del game show andata in onda sabato sera, si è guadagnata il titolo ed un premio al gioco finale di 10.000 euro per un montepremi totale di 21.900 euro in gettoni d’oro. Decisivo il Triplete, con le due soluzioni fornite da Alessia che l’hanno proiettata verso la vittoria. Al gioco finale, ha indovinato una sola delle tre frasi ma, per fortuna, era quella collegata alla busta più “sostanziosa”.
Ancora emozionata, Alessia è un fiume in piena nel raccontare questa esperienza. “Partecipare alla Ruota della Fortuna era un sogno che avevo da bambina. Seguivo il programma quando lo conduceva Mike Bongiorno e giocavo da casa. Quindi partecipare era già una bella vittoria”, racconta a SiracusaOggi.it. “Nei primi round l’emozione ha avuto la meglio, ma piano piano mi sono andata sciogliendo e alla fine sono riuscita a riprendermi. Tremavo di gioia quando ho capito che avevo vinto e alla ruota finale mi sono impappinata sbagliando l’ultima frase, ma per fortuna la cifra più alta era nella busta che ho indovinato…”.
Non è passato inosservata la scelta di chiamare le lettere, durante il gioco, indicando luoghi e località siracusane: la O di Ortigia, la N di Noto e, ovviamente, la S di Siracusa. “Gerry Scotti ha subito sottolineato la bellezza di Siracusa, invitando tutti a visitarla. E’ di una gentilezza incredibile, anche lontano dalle telecamere. Lui e Samira sono stati una piacevole sorpresa. Gerry – dice ancora Alessia – mi ha stupito per la capacità di gestire i tempi, gli imprevisti e per la naturalezza nell’improvvisazione”.
La puntata è stata registrata nei giorni scorsi. Alessia l’ha seguita in tv, come milioni di italiani. Insieme a lei, gli amici che le hanno preparato una festa a sorpresa con tanto di torta a tema Ruota della Fortuna. “Ammetto che mi sono emozionata quasi quanto il giorno della registrazione. Avevo intorno a me persone che mi vogliono bene e che hanno sinceramente gioito con me della mia vittoria”. Ovviamente tutto già organizzato con la complicità del locale di Belvedere dove si sono ritrovati Alessia ed i suoi amici per seguire insieme la puntata. Tutte le tv erano sintonizzate su Canale 5.
E per sapere come si comporterà la campionessa siracusana, non resta che seguire questa sera la nuova puntata de La Ruota della Fortuna.




Pallamano, l’Albatro riparte senza sconti al Pressano: 33-29

Dopo la battuta d’arresto di Chiaravalle, la Teamnetwork Albatro torna a vincere e lo fa con autorità, superando il Pressano per 33-29 al PalAkradina. Una prova convincente dei siracusani, capaci di condurre la partita sin dalle prime battute e di mantenerne il controllo fino alla sirena finale.
Mateo Garralda aveva chiesto ai suoi concentrazione e compattezza difensiva. Il messaggio è arrivato chiaro: la difesa aggressiva e la chiusura sui terzini trentini hanno fatto la differenza, insieme a una gestione più attenta del possesso palla.
Il Pressano, dal canto suo, ha pagato qualche ingenuità di troppo e alcune palle perse che i biancoblu hanno trasformato in reti pesanti. Vinci e compagni si sono dimostrati implacabili nelle ripartenze e lucidi nei momenti chiave, mantenendo sempre un margine di sicurezza sugli avversari.
La gara è stata comunque intensa e combattuta, con ritmi alti e buone trame di gioco da entrambe le parti. Alla fine il tabellone dice 33-29 (16-12 all’intervallo), punteggio che premia una prestazione solida e corale della formazione aretusea.
Ora turno di recupero contro il Conversano, in programma martedì 5 novembre alle 19.30 ancora al PalAkradina.




Il futuro del depuratore consortile, confronto aperto sulle due ipotesi possibili

Quale futuro per il depuratore consortile oggi gestito da Ias? Se ne è discusso in Consiglio comunale a Siracusa, convocato in seduta aperta per un confronto – in particolare – sulla possibilità tecnica di impiegare la struttura per la depurazione dei reflui civili di Siracusa, Floridia e Solarino quando si “staccheranno” le grandi industrie. A settembre 2026, in ottemperanza anche alle prescrizioni della magistratura, le raffinerie si doteranno di loro impianti di depurazione. Questo determina un problema circa la sopravvivenza stessa del consortile e dei suoi 50 dipendenti.
Una delle prime soluzioni proposte è quella di collettare i reflui urbani di Siracusa, Floridia e Solarino. Per collettare Canalicchio ad Ias si potrebbe utilizzare una parte di conduttura già esistente mentre la restante parte richiederebbe un investimento di circa 1,5 milioni di euro. Se tecnicamente la proposta risulta tecnicamente “fattibile” – specie per quel che riguarda la capacità di lavorazione di Ias – non è chiaro chi dovrebbe farsi carico dell’investimento e della gestione dell’impianto che oggi non figura nell’ambito idrico. Un tavolo tecnico convocato in Regione – proprietaria dell’impianto – con il coinvolgimento tra gli altri di di AretusAcque ed Acea potrebbe essere il primo passo. Come evidenziato anche in Consiglio comunale, una soluzione di questo tipo “libererebbe” il porto Grande dallo sversamento dei reflui depurati a Canalicchio tramite il canale Grimaldi. Il che significherebbe recuperare, in alcuni anni, la piena balneabilità dell’intera linea di costa interna al porto Grande.
La seconda ipotesi è quella dell’utilizzo di Ias, per un ulteriore trattamento dei reflui depurati dai nuovi tas delle industrie. Un affinamento aggiuntivo, senza dismettere collegamenti o doverne creare di nuovi, e recuperare e riutilizzare in agricoltura importanti metri cubi di acqua. I sindacati guarderebbero con favore ad una soluzione di questo tipo.
Bisogna portare il tema in Regione, anche con una certa urgenza. E su questo sono stati chiari il deputato regionale Tiziano Spada (PD) che è anche sindaco di Solarino, il parlamentare Filippo Scerra (M5S) ed il senatore Antonio Nicita (PD). Presente anche l’ex deputato regionale Giovanni Cafeo ed il commissario Ias, Mariolo. Hanno partecipato ai lavori anche le parti sociali. Per l’amministrazione comunale era presente il vicesindaco Edy Bandiera. Non è passata inosservata l’assenza dei deputati regionali di maggioranza.




Un futuro per il depuratore Ias, le parole della politica

“Bisogna fare in fretta, il tempo non è una variabile indifferente. Quando a settembre 2026 si staccheranno ii grandi player industriali, il sistema regionale dovrà farsi trovare pronto e già organizzato. Altrimenti sarà l’ennesima emergenza ambientale e sociale del siracusano a cui Schifani ed il centrodestra dimostreranno di non saper fare fronte”. Lo ha detto il parlamentare Filippo Scerra (M5S), intervenuto alla seduta aperta di Consiglio comunale a Siracusa dedicata alla discussione del futuro del depuratore consortile gestito da Ias.
“Il governo regionale deve assumersi le sue responsabilità in questa vicenda. Per l’impianto, che è di proprietà regionale, avevamo già sollecitato uno studio di fattibilità sui due assetti possibili ed immaginabili per l’immediato futuro”, ricorda Scerra. “Per questo motivo torniamo a sollecitare la convocazione di un tavolo tecnico regionale in cui valutare e decidere il percorso che possa garantire un futuro al depuratore consortile ed ai suoi lavoratori, aumentando al contempo la capacità di depurazione del siracusano. Ma non c’è più tempo da perdere. La Regione dimostri di saper regolare, e non solo subire, i fenomeni”.
La vicenda Ias rimane strettamente legata anche al futuro della zona industriale siracusana. Nei giorni scorsi, Filippo Scerra e l’eurodeputato Giuseppe Antoci hanno scritto al vice commissario esecutivo Fitto, sollevando così anche in chiave europea il nodo della transizione e dello sviluppo di uno dei principali asset energetici del Paese, “su cui l’azione del governo sin qui ha lasciato molto a desiderare nonostante sbandierate soluzioni che, alla prova dei fatti, hanno già dimostrato tutti i loro pericolosi limiti”.
Anche il deputato regionale del Pd e sindaco di Solarino, Tiziano Spada, ha preso la parola. “Ho ribadito come la mancanza di interventi strategici negli anni abbia progressivamente compromesso la tenuta del sistema fino al suo sequestro da parte dell’autorità giudiziaria. Il grande assente in questa vicenda è stato il governo regionale, guidato dal presidente Renato Schifani, che ad oggi non ha ancora definito quali e quanti investimenti intende destinare per garantire continuità lavorativa a quello che, a ragione, è stato definito il fegato della zona industriale di Siracusa. Con senso di responsabilità ritengo che questa non possa essere una battaglia di parte”, ha detto Spada.
“Oggi è necessario costruire le condizioni affinché gli errori e la cattiva gestione del passato non compromettano la possibilità di dotare il territorio di uno strumento essenziale per la zona industriale, uno strumento che potrebbe essere ripensato e utilizzato anche dai Comuni che attualmente scaricano le acque di depurazione nel Porto Grande di Siracusa, come Siracusa, Floridia e Solarino, senza che ciò comporti ulteriori aggravi sulle bollette dei cittadini, già gravati da un carico fiscale significativo”.
Per Marco Carianni, sindaco di Floridia, “in questa situazione è giusto che i sindaci decidano insieme, dopo un confronto serio con le parti sindacali, quale debba essere il futuro della depurazione nel territorio siracusano”. Nessun dubbio per Floridia. “La volontà della città che rappresento è di portare avanti il collegamento a Ias poiché è intollerabile che si continui a scaricare nel Porto Grande di Siracusa, ma bisogna porre l’accento su alcuni temi importanti. Serve un dibattito da portare avanti con serietà e grande senso di responsabilità, che in alcuni momenti si è dimostrato di non avere, altrimenti la situazione oggi sarebbe diversa. Sono d’accordo sulla tutela dei lavoratori di Ias e sull’impegno a rendere la situazione compatibile con la vicenda ambientale, ma ritengo di dover tutelare anche i cittadini di Floridia. La nostra disponibilità al confronto è notoria, adesso serve lavorare tutti insieme”.




Come dare un futuro al depuratore consortile Ias, l’opinione dei sindacati

Tra i primi a lanciare l’allarme sul futuro del depuratore consortile, oggi gestito da Ias, sono stati i sindacati. Adesso che la scadenza di settembre 2026 si avvicina, sono tornati a compulsare la politica per quelle scelte necessarie per salvare l’infrastruttura ed i suoi circa 50 lavoratori.
Se ne è discusso in Consigli comunale a Siracusa, con una seduta aperta dedicata in particolare all’ipotesi del convogliamento dei reflui del capoluogo, Floridia e Solarino al depuratore Ias. “Non comprendo il senso di una discussione che non affronta la vera questione: il destino del depuratore dopo settembre 2026, quando i grandi player si staccheranno, mettendo a rischio l’operatività e la sostenibilità economica dell’impianto”, commenta il segretario della Uiltec Sicilia, Andrea Bottaro.
“La risposta a questo interrogativo doveva essere chiesta ai deputati regionali di maggioranza, perché la decisione dipende dalla Regione Siciliana. Purtroppo, come spesso accade, si sono sottratti al confronto, lasciando senza risposte i cittadini e gli intervenuti”, aggiunge rimarcando l’assenza in aula degli esponenti delle forze al governo della Regione. “Noi continuiamo a sostenere che il ruolo ambientale di Ias debba proseguire, affinando le acque depurate provenienti dai grandi utenti industriali per renderle riutilizzabili. Una scelta con un duplice vantaggio ambientale: evitare nuovi sversamenti nel porto di Augusta; ridurre l’emungimento di acqua di falda a servizio dell’industria. Ho accolto con favore l’intervento odierno sulla stampa dell’onorevole Auteri, così come quello dell’onorevole Scerra, che hanno evidenziato la necessità di affrontare seriamente questa prospettiva.
Per quanto ci riguarda, siamo aperti a tutti i ragionamenti che garantiscano i livelli occupazionali e salariali dei lavoratori Ias e, soprattutto, la salvaguardia della salute dei cittadini”, spiega Bottaro.
Anche Alessandro Tripoli, segretario della Femca Cisl di Siracusa, ha partecipato alla seduta aperta. “Ho voluto innanzitutto ringraziare il Consiglio comunale per la sensibilità dimostrata ed i firmatari della richiesta per aver riacceso l’attenzione su una questione cruciale, che riguarda non solo la tutela ambientale, ma anche e soprattutto la salvaguardia occupazionale dei lavoratori dell’impianto Ias. Ho ribadito, come già espresso insieme alla Cisl, che tutte le soluzioni vanno considerate con responsabilità. Oggi, alla luce della reale situazione dell’impianto e del progressivo disimpegno dei grandi utenti industriali, la strada più concreta resta quella di un utilizzo civile del depuratore. Convogliare i reflui dei tre Comuni potrebbe rappresentare un primo passo importante, purché si proceda con tutte le valutazioni tecniche e ambientali necessarie per evitare ricadute sul depuratore di Canalicchio, che oggi serve la città di Siracusa”, il pensiero di Tripoli.
“Rimane inoltre aperta la riflessione sulla depurazione di Augusta, che potrebbe allacciarsi al sistema Ias anziché realizzare un nuovo impianto, riducendo i costi e contribuendo all’obiettivo comune di eliminare gli scarichi a mare in tempi più brevi”. Su questo punto però, il sindaco di Augusta ha già chiarito che l’iter per realizzare il depuratore di Augusta non si fermerà.
“Serve oggi più che mai una visione unitaria – rilancia Tripoli – capace di coniugare ambiente, lavoro e sviluppo, mettendo a sistema le infrastrutture già esistenti e garantendo futuro e stabilità al nostro territorio. Difendere l’impianto Ias significa difendere famiglie, la dignità del lavoro e il diritto di un intero territorio a credere ancora nella propria industria e nel proprio futuro”.




Innovation Forum a Siracusa, la sfida: fermare emorragia di talenti per costruire futuro

Si è concluso l’Education and Open Innovation Forum, appuntamento nazionale a Siracusa voluto da Confindustria per mettere al centro il futuro del capitale umano. Se ne è discusso al teatro comunale di Ortigia dove si sono ritrovati numerosi esponenti di imprese, istituzioni e mondo accademico per affrontare le grandi sfide demografiche, digitali e produttive del Paese, promuovendo una collaborazione innovativa tra formazione, ricerca e lavoro per costruire nuovi percorsi di sviluppo sostenibile e inclusivo. Il forum è stato soprattutto un’occasione per riflettere sul futuro dei giovani e del territorio e per mettere in campo azioni concrete per invertire il trend dell’emigrazione e valorizzare il capitale umano locale. Nonostante una recente crescita dell’occupazione, uno dei nodi principali emersi è proprio la persistente emorragia giovanile dalla Sicilia: tra il 2003 e il 2023, oltre 219mila giovani under 34 hanno lasciato l’isola, con un significativo aumento della percentuale di laureati in fuga, salita dall’8% del 2003 al 42% del 2023.
Il presidente di Confindustria Siracusa, Gian Piero Reale, ha sottolineato come nella sola Sicilia la popolazione giovanile emigrata equivalga quasi al doppio degli abitanti di una città come Siracusa, ipotizzando la sparizione di una città intera abitata esclusivamente da giovani. A peggiorare il quadro, il saldo migratorio universitario risulta fortemente negativo: nel 2023 sono stati oltre 27mila gli studenti che hanno lasciato la Sicilia per studiare altrove, mentre solo poco più di 5mila si sono iscritti ad atenei siciliani, su un totale di 32mila iscritti originari dell’isola.
Reale ha definito questo fenomeno un “problema sociale ed economico enorme e drammatico” che si intreccia con le difficoltà demografiche, influenzando negativamente sulla formazione della futura classe dirigente. La sua proposta è quella di un rafforzamento della sinergia tra imprese, scuole e università per sviluppare un ecosistema formativo e produttivo capace di offrire concrete opportunità ai giovani, valorizzando le competenze locali e migliorando la competitività delle aziende, con l’obiettivo di contrastare l’emigrazione.
Il sindaco di Siracusa, Francesco Italia, ha posto l’accento sull’importanza di mettere la persona al centro, citando l’esperienza unica del museo interattivo di Siracusa, che racconta la storia della città attraverso i suoi personaggi illustri, da Platone ad Archimede fino a Paolo Orsi e Enzo Maiorca. “La storia del mondo è storia delle persone – ha affermato – e l’unico modo per guardare al futuro con fiducia è puntare sulle capacità, competenze e valori degli individui”.
Durante la due giorni si è discusso anche di intelligenza artificiale. “Rappresenta una trasformazione che va oltre la quarta rivoluzione digitale e potrà incidere profondamente sulla vita quotidiana, sul lavoro e sulla sanità”. Lo ha sottolineato il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini ch ha richiamato la necessità di “appassionare i giovani a fare impresa”, incoraggiandoli non solo con un migliore accesso al credito ma anche con un dialogo più stretto tra università e mondo produttivo. “In Italia ci sono oltre 250mila imprese con più di dieci dipendenti – ha ricordato – un dato che testimonia la forza del nostro tessuto industriale”.
Sulla manovra 2026, il presidente di Confindustria ha ribadito la richiesta di una visione di lungo periodo. “Serve un piano industriale nazionale ed europeo, non misure limitate a un solo anno. Restano criticità sulla doppia tassazione e sul credito d’imposta, mentre i fondi di garanzia possono dare un sostegno concreto agli investimenti”.
In collegamento con l’Education and Open Innovation Forum di Siracusa, è intervenuto anche il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara. Ha annunciato un investimento da 265 milioni di euro in tre anni per potenziare gli ITS, definendoli “fondamentali per il mondo produttivo”.
Tra i temi al centro del suo intervento il gap ancora esistente tra formazione e mondo del lavoro, a cui il ministero risponde con la riforma del 4+2, che prevede una maggiore partecipazione delle imprese alla progettazione dei curricula e la possibilità per manager e tecnici di insegnare nelle scuole.
Sul fronte digitale, Valditara ha ricordato i 2,1 miliardi di euro già investiti per la digitalizzazione delle scuole, per ridurre il divario tecnologico. Ha poi annunciato l’introduzione di ore obbligatorie di educazione all’uso consapevole dell’IA e 450 milioni per la formazione dei docenti.
Il ministro ha anche illustrato i risultati dei programmi Agenda Sud e Agenda Nord, che aprono le scuole al territorio oltre l’orario curriculare ed ha preannunciato il raddoppio degli investimenti. “Supereremo il miliardo di euro, coinvolgendo tutte le scuole primarie e 1.200 istituti da nord a sud”.




Non “sparate” sul presidente Ricci, ombre e meriti di una gestione che merita sostegno

Aria tesa dentro e fuori lo spogliatoio del Siracusa. Le sconfitte, l’ultimo posto in classifica, i numeri che spiegano la crisi: è un momento difficile per la squadra. Il clima tutto attorno si è fatto pesante. La contestazione di una parte della tifoseria ha riacceso il dibattito sulla gestione del presidente Alessandro Ricci. Ma forse, oggi, vale la pena di guardare al quadro complessivo con equilibrio e memoria.

PRO

Ricci non è un presidente mordi e fuggi. Da quando ha preso in mano le sorti del Siracusa, ha mostrato passione autentica, caparbietà e una vicinanza costante alla squadra. Ha investito risorse proprie e, soprattutto, ha riportato il club tra i professionisti, restituendo orgoglio e visibilità ad una piazza che ha voglia di calcio. Ha riportato le famiglie allo stadio e avvicinato la maglia azzurra alle scuole ed alla provincia.
Nel suo percorso, inoltre, Ricci ha saputo calarsi con naturalezza nello spirito cittadino: “molto siracusano”, nel bene e nel male.

CONTRO

Le critiche non mancano ed in parte sono legittime, lato tifosi. Dopo l’euforia della promozione, Ricci ha vissuto un blackout nel momento più delicato: quello in cui bisognava costruire la squadra per la Serie C. Ne è scaturito un organico assemblato in ritardo, con una preparazione fisica approssimativa, privo di un vero precampionato e meccanismi ancora da oliare. Il risultato? Un primo mese di Lega Pro vissuto in affanno, con la squadra costretta a rincorrere sul piano del ritmo e dell’intesa. Dopo le prime contestazioni, Ricci ha poi dato l’impressione – con un suo lungo messaggio – di scaricare le responsabilità su allenatore e direttore sportivo, senza offrire loro un vero “ombrello” di protezione. Salvo poi riconfermarli anche dopo l’ultimo passo falso. Un incedere incerto, in un ambiente che – forse più che di cambi di rotta – avrebbe bisogno di una scossa netta.

CONCLLUSIONI

Il Siracusa non è un cantiere da demolire, ma un progetto in ritardo e ancora in costruzione. Il mercato di riparazione sarà fondamentale. La Serie C è un campionato difficile, logorante e la differenza tra play-out o retrocessione diretta la faranno – anche – pazienza e fiducia. Ricci ha sicuramente commesso errori, ma ha anche dimostrato di tenere alla causa più di molti che lo criticano.
Per questo, oggi più che mai, serve equilibrio: criticare sì, demolire no. Perché il Siracusa ha bisogno di ritrovarsi, ma anche di sentirsi unito.




Pallamano, voglia di riscatto Albatro alla prova del Pressano

La Teamnetwork Albatro sabato 25 ottobre alle 16.30 riceverà il Pressano alla palestra Akradina. Dopo la sconfitta a Chiaravalle, per diversi aspetti inattesa, la formazione di coach Garralda vuol rimettersi subito in carreggiata.
“Pressano è un ostacolo importante”, analizza il tecnico dei siracusani. “Ha una difesa molto ordinata, non profonda ma dotata di grande disciplina tattica. In attacco ha due tiratori molto forti e altrettanti centrali capaci di grande mobilità. È una squadra che non perde palloni. Insomma sarà una bella partita e dovremo affrontarla con grande concentrazione per portare a casa la vittoria”.
Diretta streaming sulla piattaforma PallamanoTv. La partita sarà diretta dalla coppia arbitrale formata da Carlo Dionisi e Stefano Maccarone.




Passa dal Plemmirio il primo sistema europeo che ascolta la “voce del mare”

Un segnale, un suono, un dato. L’Area Marina Protetta del Plemmirio è tra i protagonisti di Vongola (Visual and nOise-eNhanced AI Analysis for Marine Biodiversity Monitoring, Observation and Learning), progetto del Centro Nazionale per la Biodiversità (NBFC – NextGenerationEU) che unisce scienza, tecnologia e tutela ambientale.
Coordinato dal Centro Siciliano di Fisica Nucleare e di Struttura della Materia (CSFNSM), insieme all’Università di Catania, all’Università Mediterranea di Reggio Calabria e all’azienda Nadir Byte, Vongola è la prima rete di monitoraggio acustico sottomarino lungo la dorsale ionica, capace di ascoltare la vita del mare e trasformarla in dati per la salvaguardia della biodiversità.
I sensori impiegati sono talmente sensibili da captare il crepitio dei gamberetti e, al contempo, così potenti da distinguere il rumore di navi a chilometri di distanza. Un ascolto “a doppia frequenza” che riflette la duplice missione del progetto: studiare la fauna marina e misurare l’impatto dell’attività umana sull’ecosistema.
“Il Mar Mediterraneo è un laboratorio naturale per la ricerca d’avanguardia”, spiega la professoressa Alessia Tricomi, direttrice del CSFNSM e coordinatrice del progetto. “Con Vongola vogliamo trasformare i segnali acustici e biologici del mare in conoscenza utile per orientare politiche di tutela e conservazione”.
La rete, che coinvolge oltre 30 tra ricercatori e tecnici, si sviluppa in tre siti pilota: il porto di Catania, lo Stretto di Messina e l’Area Marina Protetta del Plemmirio. L’infrastruttura si estende per circa 40 chilometri di cavi e fino a 2.100 metri di profondità. E’ la prima di questo tipo nel Mediterraneo.
Nel sito siracusano del Plemmirio, una stazione autonoma a bassa profondità dotata di telecamera e sensore acustico funge da banco di prova per future applicazioni nelle aree marine protette. Obiettivo: dimostrare la fattibilità di una rete modulare e replicabile, a basso impatto ambientale ma ad alto valore scientifico per la sorveglianza ecologica.
Cuore tecnologico del progetto è il Distributed Acoustic Sensor (DAS) installato sul cavo elettro-ottico dell’INFN a Catania: una catena di microfoni virtuali lunga 40 km che permette di distinguere il passaggio di imbarcazioni, le vocalizzazioni dei cetacei e le variazioni geofisiche dei fondali. I dati raccolti alimentano modelli predittivi e mappe di rischio, fornendo alle autorità strumenti oggettivi per la gestione del mare.
A Messina, la stazione multiparametrica NOEL completa il quadro con un idrofono cablato, una telecamera subacquea e sensori ambientali che misurano temperatura e salinità in un contesto di forti correnti.
Avviato nel luglio 2024, Vongola è oggi nella fase di validazione dei dati e calibrazione dei modelli di intelligenza artificiale. La conclusione formale è prevista per il 31 ottobre 2025, ma le sperimentazioni proseguiranno. Una sfida scientifica e ambientale che porterà Siracusa e il Plemmirio al centro di un sistema europeo di monitoraggio marino d’avanguardia.