Servizio idrico, il Cga da ragione al Comune di Palazzolo sulla gestione in house. Grana per l’Ati

Il Cga di Palermo ha accolto il ricorso del Comune di Palazzolo Acreide, riformandi il pronunciamento del Tar in primo grado e annullando il provvedimento dell’Ati del 2022. L’ente municipale riteneva sussistessero le condizioni per proseguire nella gestione autonoma del servizio idrico. Principio che, per una serie di vizi formali, viene accolto dai giudici amministrativi. L’Ati potrà presentare ricorso al Consiglio di Stato.
La decisione segna un passaggio rilevante nella giurisprudenza amministrativa, chiarendo i limiti dell’azione amministrativa nei confronti di organi pubblici che non hanno ancora assunto o esercitato le funzioni loro attribuite, il cosiddetto munus.
Alla base della pronuncia vi è un principio di diritto fondamentale: l’amministrazione pubblica non può adottare atti lesivi nei confronti di un ente che non ha ancora formalmente e sostanzialmente iniziato a esercitare le proprie funzioni. In tal senso, ogni intervento autoritativo o sanzionatorio, compiuto in via preventiva e privo di un’effettiva correlazione con un comportamento omissivo o difforme da parte dell’ente stesso, risulta viziato da eccesso di potere, sviamento e difetto di presupposto.
Nel caso specifico, l’ATI di Siracusa aveva adottato un provvedimento ritenuto lesivo dal Comune di Palazzolo Acreide, senza che quest’ultimo avesse ancora assunto concretamente le competenze in materia di servizio idrico integrato. Il CGA ha rilevato che non vi era alcun comportamento inerte o illegittimo del Comune tale da giustificare l’intervento sanzionatorio dell’ATI, trattandosi piuttosto di una situazione di transizione normativa e organizzativa in cui l’ente locale era ancora privo degli strumenti per esercitare le proprie funzioni.
È un caso di particolare complessità giuridica. La sentenza si distingue per l’analisi approfondita di una fattispecie nuova, in cui si intrecciano principi di diritto amministrativo, autonomie locali e tempi dell’effettivo esercizio delle competenze. Proprio in virtù della novità e della complessità delle questioni affrontate, il Collegio ha deciso per la compensazione integrale delle spese di giudizio nei due gradi del procedimento, riconoscendo l’assenza di una responsabilità univoca nella soccombenza.
Il Consiglio di Giustizia Amministrativa ha infine ordinato che la sentenza sia eseguita dall’autorità amministrativa, confermando così il valore vincolante della pronuncia per l’ATI di Siracusa, che dovrà rivedere le proprie azioni nei confronti del Comune ricorrente, alla luce dei principi enunciati.
L’intervento del CGA riafferma che ogni azione della pubblica amministrazione deve fondarsi su presupposti concreti e su un effettivo esercizio di funzioni da parte del soggetto destinatario. Agire in anticipo, forzando i tempi della macchina amministrativa, rischia di produrre atti illegittimi e di compromettere i rapporti tra istituzioni sul territorio.
“Vogliamo solo gestire il servizio idrico in house, con le nostre quattro unità e con bollette mediamente più basse del 200% rispetto a Siracusa. La parte di investimenti sulla rete e gli inpianti, come prevista dal Pnrr ed in ripartizione proporzionale per Palazzolo, è l’unica richiesta che muoviamo all’indirizzo della nuova società di gestione nel resto della provincia”, spiega il sindaco Salvatore Gallo.