Siracusa. Anche a sinistra divisioni sui nuovi colori di piazza della Repubblica: appello della Bongiovanni

E’ il tema più “caldo” di queste ultime giornate siracusane. Tutto sembra ruotare, nel dibattito pubblico, attorno all’arcobaleno dipinto al centro di piazza della Repubblica. Bandiera della pace o simbolo Lgbt? Le parole dell’ex assessore regionale Edy Bandiera hanno infiammato il dibattito. “E’ stato l’ennesimo tentativo, peraltro mal riuscito, di scatenare preoccupazioni infondate riguardo a messaggi subliminali che subirebbero i nostri figli”, dice Stefania Bongiovanni, presidentessa del Comitato cittadino del Pd.
“Trovo ingiusti e ingiustificati questi continui attacchi, che non solo confondono chi è poco o male informato ma che contribuiscono a seminare il terrore nei confronti del fantomatico mostro gender. Da docente e da madre, credo che sia un bene realizzare spazi che garantiscano ai nostri bambini e ragazzi entrate e uscite in sicurezza da scuola. Anzi mi auspico che si prenda in considerazione l’idea di estendere questo progetto a tutti gli istituti comprensivi della nostra città, magari coinvolgendo artisti locali studenti del Liceo artistico, per la realizzazione della parte decorativa. Insomma, che piaccia o meno, soprattutto in questi giorni così difficili, in cui le immagini provenienti dall’Afghanistan arrivano come un pugno allo stomaco facendoci temere per il futuro non solo del Medio Oriente, dovremmo essere orgogliosi che la nostra città si vesta dei colori della pace”, il pensiero di Stefania Bongiovanni.
Ma anche da sinistra non mancano le critiche. Come quella del segretario provinciale della Fillea Cgil, Salvo Carnevale. “Il sindaco, arroccato con la sua anomala oligarchia dentro il palazzo, non può pensare di fare un bilancio positivo della sua amministrazione con quattro sverniciate, tra l’altro già sbiadite in lunghi tratti, e dichiarazioni avveniristiche che ogni anno le statistiche, sulla qualità della vita, smentiscono puntualmente e clamorosamente. Serviva aprirsi alla città, oggi più che mai visto lo scioglimento del Consiglio comunale, e tentare di pianificare un futuro più ambizioso, anche se per niente facile. E su questo parliamo al passato perché abbiamo l’evidenza del fallimento totale nonostante le buone intenzioni di qualche assessore. Basti pensare alla totale chiusura sulla discussione legata alla partecipazione al bando sulla qualità dell’abitare di qualche mese fa”, il pensiero del sindacalista che fa notare il contrasto tra l’arcobaleno che vuole riqualificare piazza della Repubblica e la presenza, poco distante, dell’ex tribunale droccato, al centro di un contenzioso irrisolto da decenni. “I bambini che giocheranno dentro l’area pedonale non si domanderanno, forse, perché a un palazzo possa essere permesso di ridursi in un tale stato d’abbandono? Sarebbe stata una buona occasione per lanciare un cantiere di idee per la riqualificazione. Ma niente, ci si trincera sempre dietro l’attribuzione di competenza ad altri. Eppure nel 2019 le organizzazione sindacali consegnarono idealmente alla città un elenco di mostri da riqualificare dove figurava anche l’ex tribunale ma l’oligarchia Italia era troppo occupata a fare altro”.