Siracusa. Aqualia avrebbe annunciato "sacrifici" ai dipendenti Sai 8. Preoccupazioni sul futuro a pochi giorni dal nuovo affido

Se le indicazioni delle ultime ore saranno confermate, a gestire il servizio idrico a Siracusa e in altri nove Comuni della provincia (a meno che qualcuno non decida di fare da sè) saranno gli spagnoli di Aqualia, affiancati dalla attuale curatela fallimentare e con il controllo pubblico garantito da figure nominate dai sindaci. Una soluzione ibrida, a metà tra l’affido privato e quello pubblico. “E’ la soluzione che offre maggiori garanzie, anche dal punto di vista occupazionale. I privati hanno assicurato il mantenimento degli attuali livelli anche di indotto”, hanno dichiarato a più voci diversi protagonisti di questo intricato cammino.
Per la verità, un impegno preciso nero su bianco di Aqualia non ci sarebbe. Non lo hanno visto i sindacati – che infatti rumoreggiano con le sigle vicine alla Cgil – non lo hanno visto i lavoratori. Che però hanno incontrato i vertici del colosso spagnolo, pronto a subentrare dal 26 maggio all’attuale gestione provvisoria. I 150 dipendenti si sarebbero sentiti dire, nè più nè meno, che adesso occorrono sacrifici. Come dire che il livello occupazionale sarà mantenuto, almeno in una prima fase, ma a costo di cosa? Contratti di solidarietà? Taglio di indennità? Anticamera del licenziamento? Quali sono o potrebbero essere questi sacrifici?
Di questo nessuno ancora parla. Ma il rischio che tra spaccature tra un Comune e l’altro, sacrifici annunciati e soliti problemi locali si possa assistere inermi ad una nuova sforbiciata occupazionale nel siracusano potrebbe essere più concreto di quanto oggi sembra.
Siracusa, ed i suoi cittadini, hanno già pagato un conto salatissimo sul fronte dell’acqua. Non è quello delle bollette quanto piuttosto il mortificante quadro che viene fuori dalle indagini della Guardia di Finanza in merito a ipotesi di bancarotta fraudolenta nel fallimento di Sai 8. I soldi (siracusani) che – secondo gli inquirenti – sarebbero stati distratti dal socio privato milanese, dove sono finiti?

(foto: una riunione sindacali dei lavoratori Sai 8)