Siracusa. Assistenza ai clochard, cambiano le regole: meno tso, più dialogo. Definito protocollo

Si va verso la costituzione di una “unità di crisi” per affrontare il problema dell’assistenza ai senzatetto presenti in città.
La proposta è stata avanzata ieri dall’assessore alle Politiche sociali, Giovanni Sallicano, nel corso della riunione tenuta negli uffici di via Italia 105.
Attorno al tavolo comunale si sono ritrovati i rappresentanti di tutti gli enti coinvolti (Prefettura, Asp 8, Polizia, Carabinieri), della Caritas e della Ronda della solidarietà. Per il Comune, oltre all’assessore Sallicano e ai funzionari, hanno partecipato gli assessori alla Salute e alla Protezione civile, Antonio Moscuzza e Salvatore Piccione.
“L’unità di crisi – spiega l’assessore Sallicano – che per adesso è appena abbozzata, deve essere meglio organizzata. Per tale ragione ho evidenziato la necessità di arrivare al più presto alla stesura di un protocollo d’intesa che definisca i ruoli e le competenze di ciascuno rispetto al problema dei clochard e le procedure da seguire negli interventi, soprattutto quando si è in presenza di casi che necessitano di cure sanitarie e, dunque, di contatti veloci con la centrale operativa del 118. Insomma, si tratta di migliorare il coordinamento anche rispetto alle organizzazioni di volontariato che svolgono una funzione insostituibile nella cura e nell’assistenza ai senzatetto. Inoltre – afferma ancora l’assessore Sallicano – in una prospettiva di più lungo respiro, sarebbe utile organizzare dei luoghi in cui queste persone possano recarsi per le necessità giornaliere e per la cura dell’igiene personale”.
Nel corso della riunione sono emerse anche le difficoltà nel contatto con i senzatetto che spesso oppongono un rifiuto categorico a qualsiasi forma di assistenza.
“Accade non di rado – conclude l’assessore Sallicano – che l’intervento richiesto dai cittadini, anche per casi che sembrano gravi, si concluda con un nulla di fatto perché non possiamo esercitare alcuna forma di coercizione. Proprio per questa ragione l’approccio deve essere il più convincente possibile, senza forzature e osservando i diritti di ciascuna persona. Vivere per strada e senza un tetto in taluni casi è frutto di una scelta alla quale non si vuole rinunciare e rispetto alla quale non si può intervenire”.La proposta del protocollo d’intesa e dell’unità di crisi sarà adesso sottoposta alle valutazioni dei vertici dei singoli enti e a breve sarà convocata una nuova riunione.