Siracusa. Castello Eurialo chiuso, lo storico dell'arte Giansiracusa: "Siracusani, indignatevi"

Restano chiusi i cancelli del Castello Eurialo e restano chiusi proprio mentre la stagione turistica entra nella fase migliore, quella in cui il numero di presenze in città aumenta. Il tema non è nuovo ma l’assenza di risposte da parte della Regione non è ritenuta tollerabile da chi conosce bene la storia del territorio e si rende conto delle potenzialità  dei siti archeologici e culturali di questa fetta di Sicilia. Così lo storico dell’arte e docente, Paolo Giansiracusa, ex assessore, decide di scrivere alla Regione e alla Soprintendenza ai Beni culturali e lo fa attraverso i social network. Un intervento duro, in cui Giansiracusa chiede di conoscere le ragioni “che hanno portato alla chiusura del più grande sito archeologico del Mediterraneo, il Castello Eurialo con le Fortificazioni Dionigiane, complesso militare unico dell’età classica”. Elemento che, evidentemente, sfugge a qualcuno. “Se la Regione non è in grado di garantire l’apertura dei monumenti- la conclusione a cui giunge l’ex assessore- passi la mano ai privati. Così, oltre alla semplice custodia, si potrebbe avviare un costante servizio di manutenzione e valorizzazione”. Una scelta che sarebbe radicale ma che a Giansiracusa, alla luce della situazione attuale, sembra l’unica via d’uscita. “Non mettiamo a frutto le nostre enormi potenzialità- prosegue lo storico dell’arte- Ai turisti facciamo trovare i nostri siti chiusi. Il castello Eurialo, chiuso, è anche abbandonato al suo destino, senza manutenzione. Diventa area ad uso e consumo dei pastori, con le loro pecore a pascolare indisturbate”. Eppure la gestione del sito non dovrebbe comportare spese particolarmente esose, secondo quanto spiega il docente siracusano. “Non si tratta di un museo- puntualizza- quindi non avrebbe la necessità di un custode nelle singole stanze. Basterebbe un custode ed un addetto alla biglietteria. Assurdo che non si riesca a risolvere un problema apparentemente di così semplice soluzione. Ci sarebbero i forestali  da impiegare, tra le altre possibilità da percorrere”. Infine un’ulteriore provocazione. “Riportiamo la gestione dei siti al ministero dei Beni culturali a questo punto- conclude Giansiracusa- Credevamo di poter fare meglio , gestendoceli a livello regionale, ma evidentemente ci sbagliavamo di grosso. Forse i destinatari della mia richiesta non si sentono in dovere di rispondere. Dovrebbero, invece, lo prevede la legge. Non hanno capito la gravità di quanto stanno facendo e i cittadini siracusani dovrebbero indignare, tanto da piazzarsi davanti al sito, fare qualcosa di eclatante. E invece mi sembra che questo non stia accadendo.