Siracusa. Piscina costruita in piena regola e ora la Sgarlata passa al contrattacco

Richiesta di archiviazione perchè non sarebbe stata commessa alcuna irregolarità nella costruzione di una piscina e di un locale tecnico nella villa di Maria Rita Sgarlata. La Procura di Siracusa ha chiesto al Gip di archiviare il fascicolo e il caso. Una vicenda che costò all’allora assessore regionale al Territorio una sfilza di polemiche politiche e accuse che determinarono le sue dimissioni. Secondo le risultanze delle indagini avviate a settembre, le autorizzazioni sarebbero state concesse nel pieno rispetto delle norme senza nessun elemento di rilievo penale.
“Un provvedimento che conferma due principi ispiratori della mia vita e della mia politica: il primo di avere fiducia nella Magistratura; il secondo di non arretrare davanti agli attacchi di chi, trincerandosi dietro l’anonimato, tenta di screditare persone oneste solo perché nel servire la comunità tengono una condotta corretta, lontana da inciuci e connivenze di alcun genere”, è il commento in tarda sera di Maria Rita Sgarlata.
“Di fronte alla ostinata richiesta di dimissioni da parte del governatore Crocetta, ho auspicato l’intervento della Procura per chiarire che avevo agito secondo la legge. E così è stato! Sono stati mesi difficili e ho vissuto sulla mia pelle cosa significa essere al centro di dossier costruiti e killeraggi mediatici, perché, oggi come ieri, penso che un assessore non può e non deve privarsi dei suoi diritti di cittadino: così come un assessore alla sanità ha il diritto di farsi curare, o un assessore ai trasporti ha il diritto di viaggiare, un assessore ai beni culturali, ruolo che rivestivo all’epoca, ha il diritto di chiedere, alla luce del giorno, un regolare permesso al Comune e alla Soprintendenza nella quale risiede per realizzare alcune opere nella propria abitazione”, continua la Sgarlata.
“Mi riservo di indicare alla magistratura precisi elementi e spunti di indagine perché si proceda nei confronti di tutti quelli che hanno partecipato all’attività di dossieraggio e a costruire maldestramente un castello di sabbia nei miei confronti al solo fine di diffamarmi, calunniarmi e costringermi alle dimissioni, rinunciando a tutte le iniziative che stavo portando avanti a tutela dei beni culturali e a difesa del territorio”.