Siracusa, città intollerante? Il caso del nigeriano violento e la reazione dei siracusani

La notizia del nigeriano 36enne che ha prima importunato i clienti di un supermercato chiedendo ripetutamente soldi e poi si è persino spinto a minacciare uno dei dipendenti con un pesante blocco di cemento ha colpito profondamente l’opinione pubblica siracusana. Sulla pagina Facebook di SiracusaOggi.it molti sono stati i commenti. Ne riportiamo alcuni: “rimandateli a casa. Non ne possiamo più”; “la colpa è anche nostra. Fanno pena e gli diamo qualcosa. E questi sono i risultati. Via da qui”; “mandateli tutti via!”; “mettetelo in un gommone e riportatelo da dove è venuto”; “ma perche’ permettono a questi di fare quello che vogliono! Sono distribuiti in tutti i semafori , in tutti i supermercati a cercare soldi, se non li dai ti minacciano. Ma perche’ non ci pensa nessuno a mandarli via”; “fateli venire qui a tutti questi emigranti e poi vedete quello che succede. Ormai non se ne può più”; “in altri paesi europei tutto questo non è permesso, non appena arrivano li rimandano indietro al loro paese” e così via.
Sulla vicenda è intervenuta anche la segreteria provinciale di Forza Nuova. “Atti come questo avvenuto  a Siracusa hanno una sola soluzione: prendere l’aggressore e rimpatriarlo immediatamente nel suo paese d’origine”. E per dribblare sul nascere le accuse di razzismo, il movimento di estrema destra puntualizza che “un atto del genere serve ad allontanare il pericolo di violenza che alloggia nelle nostre città”.
Ma Siracusa è diventata una città intollerante? La domanda nasce “spontanea” assistendo a questo florilegio di opinioni. Pochi mesi dopo l’emergenza migranti e le scene di accoglienza che hanno anche commosso il capo dello Stato, certamente non si è di colpo risvegliata xenofoba e razzista. Ci sono comunità di stranieri da tempo inserite nel tessuto cittadino, basti pensare a Cassibile, al campo rom dei Pantanelli e alla Borgata. E nessuno qui si sognerebbe una crociata per un colore di pelle diverso.
Però Siracusa ora ha paura. Ha paura che la disperazione possa produrre situazioni imprevedibili e difficili da gestire a sangue freddo. Perchè di disperati – da qualunque parte provengano – è pieno ogni incrocio. Mendicanti ai semafori, mendicanti al parcheggio, mendicanti ai supermercati. Siracusa ha paura forse della sua stessa “tensione” latente, in un periodo di crisi che a qualche economista ricorda scenari post bellici. E così basta un singolo episodio di cronaca per dar fiato alla “paura”. Non dell’altro perchè diverso, ma dell’altro perchè disperato e – nell’immaginario – potenzialmente disposto a tutto. Siracusa non è intollerante, al di là di alcune esplosioni verbali. Vuole solo sentirsi più sicura.