Siracusa città senza ombra, il gran caldo e l’urgenza di una nuova visione del verde urbano

Proprio nei giorni in cui tornano a salire le temperature, pericolosamente vicine ai 40°C, Siracusa si scopre come una unica, grande isola di calore urbano. Le temperature, soprattutto nei quartieri così densamente costruiti e con scarsa vegetazione, possono superare di 4-5°C quelle delle zone rurali circostanti. Una differenza che non è solo percepita con fastidio dal cittadino ma che soprattutto ha impatti concreti sul consumo energetico, sulla qualità della vita e sulla salute degli abitanti.
Il fenomeno delle isole di calore è causato principalmente dalla presenza di asfalto, cemento, edifici compatti senza vegetazione attorno, alberi in particolare. Come si impara già alle elementari, gli alberi assorbono e trattengono il calore solare durante il giorno, rilasciandolo lentamente durante la notte. In assenza di ombra e traspirazione vegetale, la città diventa invece un “accumulatore di calore” pericoloso, soprattutto per le fasce più fragili della popolazione: anziani, bambini, persone con patologie cardiovascolari.
Secondo numerosi studi internazionali, una delle soluzioni più efficaci, semplici e sostenibili per mitigare queste isole di calore è l’incremento degli alberi nelle strade e nei parchi. Un solo albero maturo può abbassare la temperatura del suolo circostante persino di 5-10°C grazie all’ombreggiatura ed alla traspirazione fogliare.
A Siracusa, tuttavia, questa consapevolezza sembra ancora marginale nelle scelte di pianificazione urbana. Anche le più recenti riqualificazioni paiono non sposare le nuove necessità climatiche. Molti dei viali principali, da corso Gelone a viale Scala Greca, da Santa Panagia fino a via Tisia, sono caratterizzati da arbusti ornamentali come oleandri, aranci amari, palme o siepi. Piante esteticamente gradevoli, certo, ma totalmente inadeguate a offrire ombra o abbattere le temperature superficiali. Solo in alcune aree della Pizzuta sono state adottate pianificazioni diverse.
Il tema è esploso proprio in occasione della recente riqualificazione del viale Tisia, dove l’intervento sul verde pubblico ha suscitato un acceso dibattito cittadino. Alla fine sono stati piantumati alcuni alberi, al momento ancora piccoli e poco frondosi oltre che troppo distanti tra loro per immaginare, anche nel medio termine, una reale ombreggiatura continua e funzionale per far respirare la città. E’ stata un’occasione parzialmente persa? Forse si.
E’ urgente, allora, che cambi la percezione generale. Gli alberi non sono solo arredo urbano, degli elementi decorativi da inserire qua e là tra un’aiuola e un marciapiede. Questa è una visione ormai superata. Gli alberi in città, specie in città roventi d’estate come Siracusa, devono essere considerati infrastrutture ambientali fondamentali, al pari di una fognatura o di una linea elettrica.
Un viale alberato correttamente riduce la temperatura percepita grazie all’ombra, migliora la qualità dell’aria assorbendo CO₂ e polveri sottili, riduce il rischio idrogeologico favorendo l’infiltrazione dell’acqua piovana, aumenta il benessere psicologico e l’attrattività dello spazio pubblico.
E’ evidente, dunque, l’importanza per Siracusa di una visione strategica del verde urbano come risposta strutturale alla crisi climatica. Ogni progetto futuro, da oggi in avanti, dovrebbe intanto privilegiare alberature vere rispetto ad arbusti ornamentali; prediligere specie autoctone o adattate al clima mediterraneo, con alta capacità di ombreggiatura e resistenza alla siccità; garantire distanze minime corrette per la formazione di chiome continue e con effetto “galleria verde”; coinvolgere esperti di forestazione urbana fin dalle fasi di progettazione.
E’ necessaria una nuova maturità, culturale e politica, nella gestione del verde urbano. Non bastano piccoli alberelli ogni venti metri, serve un progetto organico che trasformi lo spazio pubblico in un ecosistema urbano vivibile, più fresco e più sano. Il verde urbano non è lusso, ma una necessità di sopravvivenza.