Siracusa. Delitto Leone, dicerie e sospetti nel condominio dell'omicidio

E’ trascorso quasi un mese dalla scoperta del delitto di piazza della Repubblica. Gli investigatori proseguono nella loro attività di indagine per capire chi e perchè ha ucciso Elvira Leone, la pensionata di 72 anni che viveva al sesto piano di quel complesso che si affaccia sulla centrale area di Siracusa. Ma tra rilievi dei Ris, sopralluoghi su sopralluoghi dei Carabinieri, interrogatori e giornalisti, gli inquilini del palazzo di piazza della Repubblica vivono sospesi tra paura e attesa.
C’è chi la sera chiude la porta di casa a tripla mandata. Chi ha anticipato gli orari di rientro, per evitare di rincasare con l’oscurità. Chi non si sposta più da solo fino a quando non è dentro il suo appartamento. Ma c’è anche chi guarda con sospetto gli altri inquilini, perchè nel giro dei “si dice”  -assolutamente smentiti dagli inquirenti – non mancano quelli che nella loro ricostruzione personale dei fatti puntano il dito contro il vicino di pianerottolo o di piano. Un clima di sospetto non giustificato,  ma che è inevitabile specchio dell’insicurezza che regna nel condominio dopo l’efferato omicidio. Parlando tra loro, commentano magari alcuni passaggi degli interrogatori cui sono stati invitati a partecipare da chi sta cercando di scoprire la responsabilità del delitto.
Le autorità invitano, piuttosto, alla calma. Chi ha ucciso Elvira Leone forse conosceva quella casa e cosa conteneva ma non è questo elemento sufficiente per ritenere che l’assassino viva “alla porta accanto”.