Siracusa. "Denunciare Le Iene per danno d'immagine", il Consiglio comunale fa l'offeso

Una causa per risarcimento danni da intentare alla trasmissione Mediaset Le Iene. L’idea si è affacciata in Consiglio comunale nella seduta di ieri sera. Ben altri i temi all’ordine del giorno ma, inevitabilmente, il clamore suscitato dal servizio trasmesso martedì sera ha orientato la discussione in sala Vittorini.
Dai banchi dell’opposizione, il consigliere Salvatore Castagnino ha chiesto un pronunciamento dell’assise circa la possibilità di dare mandato all’ufficio legale comunale di citare per danno d’immagine la trasmissione Le Iene. Non una posizione isolata, per la verità. Anche i consiglieri Minimo, Foti e diversi altri hanno manifestato un pensiero simile.
“Qualora dovessero esserci le condizioni, riconosciute dall’ufficio legale, Siracusa dovrebbe agire per chiedere che la sua immagine nazionale venga ripulita”, spiega Castagnino. “Non può passare solo ed esclusivamente il messaggio che è la città più inquisita. Correttezza imporrebbe di dire che c’è anche gente onesta che lavora, che fa il suo mica non solo furbetti. Purtroppo quest’ultimo è il messaggio che è passato”.
Ecco perchè Castagnino si attende almeno un gesto riparatorio da parte de Le Iene. “In una trasmissione di livello nazionale almeno una frase dedicata alla esistenza anche a Siracusa di gente che rispetta legge poteva essere inserita”, insiste. “Non mi permetto di dire nulla sulla consigliera Princiotta o sui consiglieri accusati. Però andava detto che c’è anche chi rispetta la legge, sennò sembra che per ragione di audience e per una bega interna al Pd si favorisce l’idea di una città che è covo di delinquenti. Io quando ho visto malaffare l’ho denunciato, senza farmi pubblicità”.
Per Alberto Palestro “si è assistito ad uno spettacolo che ha ridicolizzato la città. Non è più tollerabile chi utilizza ad arte la diffusione mediatica di fatti sui quali dovrebbe esserci il massimo riserbo”. Ed ancora: “Viene travisata ogni possibile realtà e si crea nell’opinione pubblica una diffusa convinzione di colpevolezza nei confronti dei protagonisti citati senza che vi siano esiti di alcun rinvio a giudizio”.
Palestro, in conclusione, ha poi chiesto al Presidente Armaro di calendarizzare la mozione a suo tempo depositata che impegna il Consiglio a deliberare la richiesta di un intervento delle Commissioni Antimafia, regionale e nazionale, per verificare “le legittime condizioni politiche e di impegno di tutti i consiglieri comunali che al momento vengono condizionate da eventi che non comportano un’auspicabile clima di serenità”.
Roberto Di Mauro ha invece rappresentato una vicenda personale: “Come sono venuti in possesso del dischetto con le registrazioni? Da diretto interessato, per averlo, ho dovuto fare personalmente la richiesta, nemmeno per il tramite del mio avvocato, e pagare 700 euro di diritti. Chi lo ha messo in giro?”.
Per Massimo Milazzo “In attesa, tra anni, che la vicenda giudiziaria finisca il suo corso, adesso dobbiamo guardare a quello che è il vero problema, la mancanza di trasparenza. E’ tempo che l’amministrazione venga in aula a riferire al Consiglio quella che è la reale situazione con riferimento a tutte queste vicende. Qual è la situazione da un punto di vista strettamente amministrativo? Quello che la città ed il resto d’Italia ha colto dal servizio è la mancanza di trasparenza. Sindaco ed assessori vengano in aula e ci relazionino, facendo definitivamente chiarezza su tutto”.
Ultimo intervento quello di Simona Princiotta: “Le Commissioni antimafia convocano loro, e difatti lo hanno fatto, altro che vengono convocate dal Consiglio. E poi prima di iniziare azioni legali vediamo i presupposti per farle. Perché è bene ricordare come le cause che vedono il Comune soccombere alla fine le pagano i cittadini. Per le mie cause ho pagato io gli avvocati. Prima di pensare ad un’azione legale suggerisco che ci si faccia tutti un bell’esame di coscienza”.