Siracusa. Dopo l'intimidazione, Garozzo su FM ITALIA: "Paura? Ho spalle larghe. Ora fare luce su accaduto"

La notizia dell’intimidazione lo ha raggiunto a Roma, dove si trovava per impegni istituzionali. A chiamarlo, la moglie. “Giancarlo, ci hanno bruciato la macchina”. Poi qualche comprensibile istante di smarrimento, mentre in viale Santa Panagia l’odore di bruciato riempie le narici e lo smarrimento è visibile sui volti di quanti assistono allo spegnimento delle fiamme.
Giancarlo Garozzo, il sindaco di Siracusa, ha deciso di anticipare il ritorno in città. Questa mattina il volo, intanto per un abbraccio alla famiglia. “Io ho le spalle larghe, ma l’amarezza è tanta. Soprattutto perchè cose così toccano gli affetti familiari”, dice con il pensiero alla moglie ed alla figlia piccola. “Paura? Solo gli sciocchi non ce l’hanno”, dice intervenendo al telefono su FM ITALIA, alla prima intervista dopo l’intimidazione. “Ora però vince il fastidio. Invito a non sottovalutare e a non ingigantire l’accaduto. Spero che le forze dell’ordine, verso le quali nutro grande fiducia, ci dicano presto cosa è successo e perchè”.
Certo che il gesto vale anche come una sfida alla città, di cui si tocca un “simbolo”. Condiviso o no, volenti o nolenti, il primo cittadino è anche la città. “Bisogna capire da dove arriva questa roba qua”, ripete Garozzo.
Che ringrazia tutti per la solidarietà. “Migliaia di messaggi. Dobbiamo difendere i principi della legalità a Siracusa. L’accaduto è di una gravità inaudita. Ai siracusani dico: siate più collaborativi contro l’illegalita diffusa. Denunciate. E abbiate fiducia nelle forze dell’ordine e nelle istituzioni”.