Siracusa e Taormina, patto di ferro per i beni culturali: "la Regione paghi"

La Regione si prepara a cancellare le quote spettanti ai Comuni sui biglietti d’ingresso ai siti culturali pagati dai turisti? Palermo, secondo alcune fonti, vorrebbe trattenere tutto, in tempi di crisi. Evitando così di “girare” anche quel 30% che in passato, fino al 2013 almeno, veniva regolarmente versato alle municipalità dove si recano i turisti. Una mossa a sorpresa ma non troppo per una Regione sempre più matrigna e miope oltre Palermo e Catania.
Nasce allora il patto di ferro tra Siracusa e Taormina, le due perle del turismo siciliano. Le due ribelli sono pronte alla guerra su questo punto con una intesa di massima tra primi cittadini.
“La pazienza è finita – afferma il vicesindaco e assessore alla Cultura di Taormina, Mario D’Agostino – abbiamo atteso con molta fiducia e siamo stati rassicurati mille volte da Palermo senza che poi, nei fatti, sia arrivata una svolta. Ad oggi quei proventi che ci spettano sono ancora a Palermo e anche questa ulteriore riforma ci preoccupa. Siamo pronti ad un’azione congiunta con gli altri Comuni che sono nella nostra stessa posizione e Siracusa certamente lo è”. Taormina attende dal luglio 2014 qualcosa come 4 milioni di euro. Siracusa, invece, attende il versamento di 1,7 milioni. Si tratta di somme relative a quel famoso 30% di quota parte sull’incasso totale. “La Regione – ha detto nei giorni scorsi il sindaco di Siracusa, Giancarlo Garozzo – continua a non comprendere l’entità del danno provocato ai Comuni dimostrando sul tema una leggerezza disarmante. Da due anni denunciamo il mancato trasferimento dei fondi. A questo punto non escludiamo, di comune accordo con altri sindaci, di avviare un’azione congiunta di recupero, tanto più trattandosi di fondi vincolati”.