Siracusa. Escalation di criminalità: "E' la loro ripartenza post Covid: occorre denunciare"

Un’escalation di episodi criminali, anche piuttosto violenti, si sono susseguiti nelle ultime settimane a Siracusa e in provincia. Un dato che preoccupa e probabilmente non senza motivo. Di questo è convinta anche l’associazione antiracket, guidata nel territorio da Paolo Caligiore, che tenta di dare una lettura degli episodi che si sono verificati nel capoluogo: bombe carta, esplosioni, possibili avvertimenti ad attività commerciaIi, l’ultima in ordine di tempo una macelleria di viale Santa Panagia. Saranno le indagini avviate dalle forze dell’ordine a fare luce sui singoli episodi, ma Caligiore non esclude che possa trattarsi di un’attività di ripartenza anche della mafia, parzialmente bloccata, come tutto il resto, dal periodo di lockdown, quando i negozi sono stati chiusi e il pizzo può non essere stato riscosso. “Potrebbe trattarsi di un modo per dare un segnale a tutti, attraverso uno- spiega Caligiore- Come dire “non avete pagato, adesso pagate”. Gli incendi ai danni di autovetture potrebbero invece essere scollegati da quest’ambito. L’attenzione dell’antiracket nel territorio è puntata, insomma, principalmente sul versante dell’estorsione. In tanti continuano a pagare il pizzo, nonostante negli ultimi anni siano aumentate le denunce e i “no” a questo tipo di violenza, che non è soltanto economica”. Caligiore lo dice con chiarezza: “E’ una questione anche morale- prosegue- Un essere vittime delle decisioni della malavita, senza battere ciglio. Oggi chiedono 100 e domani possono chiederne 200, negando la libertà agli imprenditori che, per portare avanti la loro attività, vanno incontro a seri sacrifici, maggiormente nella contingenza attuale. La crisi ce la porteremo ancora dietro per un po’, non è un mistero per nessuno. E agli enormi sforzi si aggiungeranno queste violenze”. La strada per difendersi da tutto questo, fa presente l’esponente dell’antiracket, resta una: la denuncia. “Chi denuncia non resta solo- assicura- ci siamo noi, ci sono le forze dell’ordine, la magistratura, le leggi che consentono di ottenere adeguati risarcimenti. Quello che serve è solo uno scatto di orgoglio e di moralità”.