Siracusa. "Amico Buono": estorsione aggravata dal metodo mafioso. Due clan uniti "nell'interesse"

Un accordo tra clan nel segno dell’estorsione. Nella geografia “criminale” siracusana il clan Santa Panagia sta da una parte e il Bottaro-Attanasio dall’altra, ma almeno in un caso si sarebbero mossi uniti e con un interesse comune. E’ quanto emerso al termine di una nuova operazione condotta dai carabinieri della compagnia di Siracusa che ha portato ad un arresto e ad un fermo.
Il reato contestato è di estorsione aggravata dal metodo mafioso. In manette è finito Maurizio Bianchini, 51 anni, considerato legato al clan Bottaro-Attanasio. Posto in stato di fermo il 42enne Davide Pincio, per gli investigatori organico al clan Santa Panagia. Le indagini hanno preso le mosse dalle denunce della vittima, proprietario di un panificio. Il 23 dicembre la prima, dopo avere trovato un biglietto e una bottiglia incendiaria nei pressi della sua attività. La seconda sette giorni dopo, sempre per segnalare gli stessi inquietanti messaggi (“cercati un amico…”).E “l’amico buono” sarebbe stato Bianchini, che così si sarebbe presentato al titolare del panificio.
In un primo momento gli erano stati “chiesti” 10 mila euro per evitare noie, poi dopo una trattativa la somma è scesa a “soli” 800 euro validi per una prima tranche del pagamento. Gli investigatori si mettono in moto dopo le denunce. Microspie, telecamere nascoste, intercettazioni. Fino al momento dell’appuntamento, ieri mattina, e della consegna dei soldi, in banconote da 50 euro. Ma a riprendere tutta la scena ci sono anche i carabinieri che intervengono subito dopo con l’arresto in flagranza per Bianchini, mentre Pincio – ritenuto il regista dell’operazione – viene posto in stato di fermo in quanto indiziato di delitto.
Ad illustrare i dettagli dell’operazione sono stati il procuratore capo, Francesco Paolo Giordano, il sostituto Nicastro e il comandante provinciale dei Carabinieri, colonnello Mauro Perdichizzi.