Siracusa. Gaetano, eroe per caso. Ha salvato un bimbo di due anni finito in un dirupo. "Niente meriti, vorrei solo rivederlo"

Questa è la storia di un eroe per caso. Lui preferisce evitare etichette altisonanti e come unico merito si riconosce quello di essersi trovato al posto giusto, al momento giusto. Si chiama Gaetano Midolo. Siracusano, di 37 anni. Come tanti ieri, approfittando della bella giornata, aveva deciso di spostarsi poco fuori città in compagnia di amici. La campagna, una villetta e buona compagnia.
Ad un tratto ha notato poco distante del movimento. Una macchina ferma, un signore che sembrava agitato. Allora si è avvicinato, in compagnia di un amico. Ha subito chiesto cosa fosse successo. “Ho perso mio figlio, ho perso mio figlio”, ripeteva quell’uomo quasi in preda ad uno stato di agitazione. “Come fai a perdere un bambino?”, lo incalza Gaetano tentando di riportarlo in sè.
Scopre così che quell’uomo è papà di tre bimbi. In compagnia della moglie si era recato in contrada Carancino per raccogliere asparagi. Una passeggiata, una corsa, un gioco. Un quadretto familiare idilliaco. Fino a quando il più piccolo dei tre, due anni appena, sparisce. Non risponde alla mamma che lo chiama. Nella zona non lo si trova. “Ma hai chiamato la polizia, i carabinieri, l’ambulanza?”, insiste Gaetano lucido come serve in situazioni di questo tipo. Assiste alla chiamata di soccorso e mentre la Questura invia tre Volanti sul posto e mette in moto il piano provinciale di ricerca delle persone scomparse, il nostro eroe per caso decide di non restare con le mani in mano e si mette anche lui a cercare il piccolo. Conosce bene quella zona e sa che da lì a breve sarà buio, un duro avversario quando cerchi un bimbo piccolo sperduto.
Insieme all’amico inizia a camminare e ad ogni passo chiama per nome a gran voce il piccolo. Ma niente. “Ad un certo punto, eravamo a 6/700 metri dal punto dove avevamo visto il padre, vedo un dirupo. Qualcosa, non so cosa, mi dice di andare a cercare lì. Me lo sentivo che il bimbo era là sotto. Mi sono avvicinato prudente, con il cuore in gola. Mi sono affacciato è l’ho visto lì, una decina di metri sotto di me. Ho notato il giubbotto rosso e l’ho chiamato”. Il bambino era disteso, rannicchiato, immobile. “Ho avuto tanta paura. Ho temuto il peggio. Ma quando ho detto il suo nome lui ha mosso gli occhi, mi ha guardato. E io ho tirato un sospiro di sollievo. Il mio cuore ha ricominciato a battere”. Gaetano richiama l’attenzione dell’amico. “L’ho trovato, l’ho trovato. E’ qui”. Si inerpica per sentieri e camminamenti per raggiungere quel punto in basso. Un percorso di oltre un chilometro. Mentre il suo amico rimane lassù a parlare con il bimbo impaurito ma non più solo. Finalmente l’incontro e il salvataggio. “Era accovacciato, quasi coperto dalle erbacce. Aveva il volto insanguinato. Gli ho chiesto come stava,. E lui mi ha risposto di avere male al ginocchio sinistro. Con prudenza, l’ho preso in braccio e l’ho portato in villetta. Ha voluto un bicchiere d’acqua, è stato coraggioso. Poi lo abbiamo consegnato ai soccorritori che tanto si sono prodigati per lui”, racconta con un sorriso.
Il piccolo è stato dimesso già ieri dall’ospedale di Siracusa. Ferita lacero contusa al volto la prognosi. Un mezzo miracolo, considerando quei dieci metri circa di dislivello affrontati forse scivolando fino ad atterrare sull’erba alta.  Gaetano Midolo non cerca meriti. Ma un piccolo desiderio lo ha. E lo confessa quasi sottovoce. “Mi piacerebbe poter incontrare il piccolo”, confida lui, eroe per caso, al posto giusto nel momento giusto.