Siracusa. Gli 80 anni di Voza, Soprintendente emerito. Granata: "Disegnò i parchi storici"

Il Soprintendente emerito Giuseppe Voza compie 80 anni. Un compleanno importante che l’assessore alla Cultura, Fabio Granata evidenzia con parole di profonda stima. “Mi sovviene una immagine di Goethe a noi molto Cara: “L’eredità dei Padri devi riconquistarla se vuoi possederla davvero”- dice Granata-  Del nostro Soprintendente emerito potrei raccontare tanti aneddoti visto il tempo che ho avuto l’onore di condividere con lui. Sono sempre stato colpito dalla sua sapiente
capacità di raccontare nel modo più lineare e semplice la storia della nostra Città, raggiungendo le “corde” più profonde di chi ascolta e contribuendo così alla riconquista del senso più profondo delle nostre eredità culturali.A mio parere nessuno racconta “l’antico”meglio di Beppe Voza e questo innegabile dono affianca i suoi enormi meriti di Archeologo illuminato e difensore coraggioso del nostro Patrimonio”. Granata definisce Voza  “un archeologo atipico: la capacità infatti di raccontare in maniera semplice vicende antiche e complesse, senza rifugiarsi nell’autocompiacimento di un linguaggio per addetti ai lavori, è un dono ma anche una scelta precisa volta ad andare oltre certi limiti autoreferenziali di una parte del mondo della ricerca archeologica”. Un’amicizia lunga la loro. A volte anche visioni differenti sulla gestione della cultura nel capoluogo. “Solo a lui è concesso di raccontare Ortigia paragonandola a Manhattan o la Civilizzazione greca d’Occidente come evoluzione rispetto alla madre patria Greca- prosegue Granata- Beppe ama spesso soffermarsi, attraverso riflessioni profonde e ogni volta originali, su quella idea di stratificazione storica e culturale che caratterizza la “cifra”più importante della nostra amata Siracusa dalla sua Fondazione ai nostri giorni”. Voza e i suoi studi nel campo della ricerca archeologica mondiali. “Suoi sono testi fondamentali -ricorda Granata- Sue, intuizioni superbe. E poi la fermezza nella tutela e una innegabile capacità di aprirsi alla modernità senza contaminazioni e senza sopratutto alcun condizionamento possibile da parte di ogni forma di potere: queste le sue doti più nobili ed evidenti.
E io che ho avuto la fortuna e il privilegio di averlo al fianco nella esaltante esperienza di Governo dei beni culturali siciliani ho potuto, prima timidamente e poi in maniera sempre più profonda, stringere con lui una amicizia che rappresenta per me un onore e un vanto”.
Insieme abbiamo reso possibile, grazie a una utilizzazione sapiente dei Fondi Comunitari, un piccolo Rinascimento a Siracusa e in Ortigia, a Noto e Palazzolo, a Pantalica e in tanti altri luoghi tutelati e valorizzati con passione e rigore.
Tantissimi restauri e interventi importanti e decisivi per i riconoscimenti Unesco conseguiti prima nel 2002 e poi nel 2005.

Ricordo Beppe e la sua ferma, e per alcuni incomprensibile, opposizione all’ingresso di Siracusa nel sito seriale candidato alla iscrizione nel registro della W.H.L. UNESCO dei Comuni del Val di Noto nel 2002.

“Fabio, Siracusa è anche altro.
È sopratutto altro”.

Lo ascoltai e ne colsi il ragionamento strategico, nonostante autorevoli esponenti Unesco ci manifestassero la loro perplessità per il rischio che correvamo scegliendo di lasciare fuori Siracusa dal sito “Val di Noto”. Ma dopo questo riconoscimento, ne seguì, miracolosamente per la Sicilia poiché a distanza di meno di due anni, un altro: “Siracusa e la Necropoli di Pantalica”, un
Sito di assoluta rilevanza mondiale inserito nella w.h.l. nel 2005. Nella mia azione di legislatore devo a lui, oltrechè a Pino Grado e Marco Salerno, la intuizione della legge sul Sistema dei Parchi Archeologici. Beppe indicò e “disegno'”i 16 i Parchi storici e ne delineò anche le perimetrazioni quasi 20 anni fa e con un lavoro di pochi mesi, reso possibile dall’avere dedicato all’archeologia e alla ricerca buona parte della sua esistenza.E oggi che il Grande Parco Archeologico di Siracusa muove i primi passi, ho l’onore di dividere con lui il merito di questa impresa di enorme rilievo, costruita contro poteri forti e piccoli interessi meschini”.